A RAI NEWS24 CONDIZIONI DI LAVORO DA QUARTO MONDO

Dania Mondini *

Cari colleghi, sono una redattrice di Rai News24 e scrivo per denunciare lo stato di salubrità da terzo o quarto mondo della testata.

Spiego: come dice il nome stesso, da noi si lavora 24 ore su 24 in locali costruiti per contenere 70 persone che poi nel corso degli anni sono diventate il doppio. Le pulizie straordinarie sono un fatto sporadico: in uno studio usato, ripeto, 24 ore su 24, servirebbero almeno una volta al mese. Invece ci sono tende pesanti che raramente vengono lavate, nel corridoio la moquette non viene mai pulita, si lavora accanto a materiale accatastato e in presenza di lavori in corso.

Risultato: una collega è stata trasferita d’ufficio dall’azienda stessa per gravi problemi respiratori, dopo sei mesi di malattia non ritenendo la nostra struttura adeguata ad accoglierla nuovamente; casi accertati di polmonite, di bronchiti asmatiche (e non solo tra i giornalisti), di una collega ricoverata al Forlanini, decine di casi di lacerazioni della cornea e di congiuntiviti virali. Nonostante ciò nulla è accaduto. A tutto questo si è poi aggiunta la digitalizzazione: l’inserimento sul nostro tavolo di lavoro di altri strumenti. Facciamo visite da videoterminalisti, ma non abbiamo più l’orario da videoterminalisti…

Il direttore, Corradino Mineo, ha denunciato tutto ciò alla direzione Risorse umane dell’azienda, che si è impegnata nel fare degli interventi. Qualcosa è stato fatto, lo studio da cui trasmettiamo è sottoposto un paio di volte a pulizie straordinarie, ma non è cambiato molto. Dopo una iniziale tiepidezza, ad aprile il Cdr finalmente si è deciso a sollevare la questione della salubrità e dell’adeguatezza della struttura di Rainews24 rispetto anche al numero delle persone che vi lavorano, facendolo presente alla direzione Risorse umane, e al medico aziendale anche con un dossier fotografico. Ma poco o nulla è stato fatto: qualche attenzione in più nel numero di scrivanie nelle stanze e l’arrivo di un “pinguino” nei mesi più caldi.

Anche la visita del responsabile della Salute, il dottor Bianco, non si sa che cosa abbia prodotto. Nonostante le ripetute richieste fatte anche per iscritto dalla sottoscritta all’Usigrai ed al Cdr, la risposta fino ad oggi è che l’azienda non è tenuta a comunicare alla rappresentanza sindacale e quindi alla redazione i contenuti della relazione del medico aziendale. Possibile? Non c’è il diritto di informazione sancito dalla parte normativa del contratto?

L’ultima in ordine di tempo. Ore 10 del 6 Ottobre. Si sono presentati nella Newsroom (la “cucina” di Rainews24) sei persone, qualificandosi come l’ispettore A. G. della ASL con il suo assistente, il responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione della Rai, tre rappresentanti sindacali della Rsl di Cgil, Cisl e Uil. Non c’era l’Usigrai che da anni non rinnova il suo rappresentante nella Rsl lasciando che della salute si occupino solo i Confederali.

Non c’era in redazione neanche il Cdr, ma i suoi componenti – chiamati – si sono precipitati, pur arrivando a cose fatte. Quella mattina però c’era stato – stranamente – anche un gran viavai di addetti alle pulizie: erano anni, forse, che qualcuno non passava l’aspirapolvere sulla moquette. Il gruppo, dopo avere chiesto i documenti a tutti i presenti ha interrogato solo il direttore Corradino Mineo.

Al direttore domande poche e generiche. Mineo, devo dire, ha risposto coerentemente con quanto ha scritto alle Risorse Umane salvo aggiungere che, tutto sommato, le cose andavano bene (cosa non vera).

Eravamo in 8 nel turno dell’alba e tutti pronti a raccontare cosa non va sul piano Rainews: sotto i miei piedi in quel momento c’erano fili su fili attorcigliati, l’aria dai condizionatori irrespirabile, la temperatura insopportabile, le finestre che non si aprono. Nessuno di noi ha una scrivania e un computer, tutto è di tutti e le ultime apparecchiature per il nuovo sistema Sonaps sono state messe insieme a tutto il resto, nessun restyling o adeguamento, come invece sta accadendo al TG2.

L’ispettore della Asl e il gruppo però non solo non hanno ritenuto di dover parlare con nessuno di noi, ma non hanno neanche fatto un giro in redazione, nei corridoi, nelle redazioni, nei locali in cui ci sono i lavori in corso mentre noi lavoriamo. Si sono sbrigati a riprendere l’ascensore e alle 10 e undici minuti sono andati via (il tutto è testimoniato da noi e dalle immagini che nel frattempo erano in diretta visto il nostro fondale dello studio trasparente).

Quando è arrivato il Cdr, alle 10,40, da molto era tutto finito. Abbiamo saputo che la Commissione redigerà e consegnerà nei prossimi giorni un verbale alle Risorse Umane. Ne abbiamo parlato anche in assemblea e la maggioranza ha preferito aspettare il verbale definitivo invece di impugnare le modalità della visita ed invalidarla. Il tono però rischia di rimanere troppo basso su questa vicenda. Il verbale dovrebbe essere il risultato delle nostre dichiarazioni, del sopralluogo e della documentazione fornita dalla Rai. Ma come faranno se non hanno parlato con nessuno né hanno visto nulla? Temo che la questione salute rischi di essere definitivamente depennata dall’agenda delle Risorse umane. E se la Asl certificasse la salubrità e la regolarità della situazione? C’è il rischio che si metta la parola fine a qualsiasi rivendicazione sindacale e medico legale. Ma possibile che tutto questo passi sotto silenzio? E’ possibile che in una testata della Rai si possa lavorare, e da anni, in queste condizioni?

* Giornalista di Rai News 24

 

 

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*