CONGRESSO USIGRAI, PUNTOEACAPO ADERISCE ALLA LISTA UNITARIA. ECCO PERCHE’

La consapevolezza che facciamo sul serio – e che siamo dei rompipalle – i colleghi di antica data  dell’  Usigrai devono averla acquisita negli anni e in più tappe. “Per questo”, avranno pensato, “una lista unitaria con loro sarà più vivace e dinamica…”  E dobbiamo dire, col passar del tempo, che le aperture sono state molte.

Ricordiamo il dibattito sul rinnovo dell’ultimo CNLG, culminato in un’accesa assemblea al Tg1, dove davanti a uno stupito Franco Siddi si sono susseguiti per un intero pomeriggio interrogativi e preoccupazioni sul futuro della nostra professione, alla luce della nuova normativa.

Anche al Tg2, Giornale Radio, Rai Internazionale, Rai Parlamento  e in tutte le testate, abbiamo raccolto consenso attorno all’idea che le trattative dovessero essere riaperte da parte di tutti quei colleghi poco propensi ad un contratto al ribasso. E anche il sì sofferto, uscito dalle urne, non ha cancellato la determinazione di un gruppo di giornalisti Rai di fare da stimolo e da cane da guardia a chi rischiava di far cadere il sindacato in una fase di fiacca evitando quasi sorvolando sui problemi quotidiani dei giornalisti radiotelevisivi.

Come per esempio il “buco” che ha creato in Rai l’applicazione della moratoria di 9 mesi, fissata dal nuovo contratto. Una sospensione degli automatismi di aumento in busta paga che da noi è andata a colpire la fascia più penalizzata di colleghi: gli ex precari storici, che sostanzialmente stanno pagando il prezzo più alto della moratoria.

Anche in questa battaglia noi di Puntoeacapo Rai ci siamo attivati (lo slogan era “Scatti, tre biennali per tutti”), raccogliendo consenso questa volta in tutte le regioni. E le nostre istanze, basate su numeri e fatti, sono state accolte dall’Usigrai, che nel  nuovo integrativo ha portato a casa dei correttivi che tengono contro proprio di chi – negli anni del lunghissimo precariato – aveva pagato il prezzo maggiore.

Passi in avanti sono stati fatti anche per i colleghi a tempo determinato, grazie al nostro impegno iniziato più di un decennio fa da quelli fra noi che fondarono il coordinamento precari insieme all’allora segretario Natale.

Adesso abbiamo il nuovo integrativo che – va riconosciuto – è stato difficilissimo. E che, comunque, grazie anche alla fondazione (fortemente voluta da Puntoeacapo Rai) di un Coordinamento inviati in seno all’Usigrai, ha strappato all’azienda impegni a tutela di quella categoria di giornalisti “panda” che sono gli inviati, una figura cancellata dal contratto nazionale ma che, per fortuna, continua a sopravvivere nell’accordo integrativo.

La porta del sindacato nella palazzina F di Saxa Rubra, va riconosciuto, non è rimasta chiusa alle nostre critiche, obiezioni, e osservazioni costruttive, e si è cominciato a lavorare insieme.

Il processo di una nuova Usigrai è stato fortemente voluto dal segretario Carlo Verna e dal nuovo esecutivo. A lui e a chi gli è stato a fianco va dato atto di aver avviato un percorso non privo di rischi per la stabilità stessa dell’Usigrai, culminato, come dicevamo, nel nuovo statuto che prevede l’apertura alle componenti. La possibilità cioè di eleggere una parte della platea congressuale fra liste contrapposte, e la possibilità per i precari dei bacini, e dunque avviati verso il percorso di assunzione, di iscriversi e di partecipare in prima persona alla vita del sindacato con l’elettorato attivo e passivo.

Conquiste e rivoluzioni partite al congresso di Montesilvano che, attraverso la convocazione statutaria di Assisi, consegnerà ai delegati eletti nelle testate Rai il 22, 23 e 24 marzo, e convocati a Salsomaggiore, un’Usigrai nuova, giovane, aperta a una visione dinamica della professione, e che per forza di cose si aprirà al gioco di maggioranza e minoranza.

I colleghi romani di Puntoeacapo, che nel Lazio già sono nel governo di Stampa Romana, in vista del congresso si sono trovati di fronte tre strade:

1) presentarsi autonomamente con una propria lista

2) fare un patto con la componente L’alternativa

3) aderire a un progetto di una lista unitaria.

Abbiamo imboccato quest’ultima strada, forse la meno facile e scontata, ma la più larga e unitaria, in un momento di grande crisi economica, anche per l’Azienda, che fa temere tagli indiscriminati e la perdita di posti per esempio alle sedi di corrispondenza estere o a Rai Internazionale, tanto per fare due esempi eclatanti del nostro mondo globalizzato, nonostante poi si spendano milioni per gli appalti esterni… La scelta dunque di ricompattare il sindacato Rai pur nella coralità delle voci e delle identità che lo costituiscono.

Abbiamo scelto di valutare bene le nostre forze: per capirci bene, le forze anche fisiche e di resistenza di ognuno di noi.

Noi di Puntoeacapo  siamo giornalisti che lavorano a tempo pieno, inviati, deskisti, telecineoperatori… quelli che trottano, insomma… Non abbiamo dubbi che avremmo portato un drappello dei nostri a Salsomaggiore, ma avremmo rischiato di delegarci nel ruolo di grilli parlanti di quelli che sono fuori dal coro e che restano anche fuori dagli organi operativi e decisionali. Solo con la lista unitaria potremo uscire dalla “vocazione minoritaria” e sfruttare al meglio sul piano sindacale la forza che ognuno di noi può mettere in campo.

La seconda opzione era fare un patto con L’alternativa. Ma come si può continuare ad affrontare temi sindacali con un approccio “politico”? Basta dare un’occhiata alla lista dei promotori dell’associazione “Lettera22” da cui nasce la nuova componente del sindacato Rai, ed ecco spuntare numerosi esponenti e parlamentari dell’attuale maggioranza di governo. Pieno rispetto per le scelte di questi colleghi, ovviamente, ma la contiguità con la politica, difetto originario anche della “vecchia Usigrai”, per noi sarebbe stata una contraddizione in termini, avendo cercato sin dalla nostra nascita di tenere distinte le idee politiche personali dall’agire sindacale, così come facciamo nel nostro lavoro quotidiano di cronisti, in un’Azienda soffocata dal Palazzo. Convinzioni che abbiamo messo al primo punto del nostro documento fondativo. E, ribadendo ancora il rispetto per tutti i colleghi, non possiamo non notare come la lista “L’alternativa” sia  ricca di “graduati” della nuova stagione Rai.

Noi vogliamo, viceversa, un sindacato che sia vicino e cerchi di risolvere i problemi quotidiani dei giornalisti Rai e che stia a distanza di sicurezza dalla politica, non perché il nostro fare sindacato sia privo di ideali ma perché le propaggini del Palazzo più che a risolvere i problemi del servizio pubblico radiotelevisivo sono propense ad occuparlo.

La scelta dunque è caduta su “Rai. Libertà di informare”, alla cui formazione abbiamo contribuito fornendo non solo candidate e candidati, e quindi “voti”, ma elaborando idee, impegno per i colleghi e programmi. A leggere il documento finale, sono tanti i punti di contatto tra chi viene dalla decennale esperienza di gestione del sindacato interno Rai  e chi come noi pensa già da tempo a un sindacato e a un giornalismo del futuro. C’è la consapevolezza che la politica è controparte e che del suo ossessivo controllo la categoria dei giornalisti Rai dovrebbe, lei per prima, liberarsi. C’è il richiamo alla necessità di sviluppare un’azione sindacale più energica e più partecipe ai destini del servizio pubblico, pur mantenendo i buoni rapporti con i vertici aziendali. Il nuovo assetto del sistema radiotelevisivo sta subendo un’accelerazione che rischia di travolgerci. C’è l’attenzione ai conti della Rai, di cui in passato ci siamo preoccupati troppo poco. C’è la voglia di ritrovare l’orgoglio di essere giornalisti del servizio pubblico ed essere leader nella trasparenza e nella qualità. C’è infine la volontà di arrivare a un contratto di categoria per lo specifico radiotelevisivo.

Un programma ambizioso che, pur mantenendo le nostre specificità e salvaguardando l’autonomia del gruppo Puntoeacapo Rai, ci convince a fare un percorso assieme ai colleghi che hanno sostenuto Carlo Verna nel suo progetto di rinnovamento.

Quanta strada dovremo fare e dove arriveremo lo vedremo a Salsomaggiore, ma soprattutto al ritorno dei delegati e dei CDR nelle nostre redazioni. 

PUNTOEACAPO RAI

 

 

 

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