CASO SOPAF, PARLINO LE CARTE E NON GLI ATTI DI FEDE. DOVEROSA FRANCHEZZA SUI RAPPORTI INPGI-SOPAF

Tra le tante carte una sola cosa è certa: l’Inpgi 2 ha messo a disposizione della Sopaf i propri soldi ben 9 giorni prima che questa acquistasse gli stessi titoli FIP e glieli girasse, ma con una differenza abissale e con un guadagno enorme per i Magnoni.

Va quindi accertato se nel 2009 all’Inpgi siano stati commessi errori e da chi. Quanto detto riguarda la vicenda Sopaf/FIP/Inpgi 2. Ma un anno e mezzo dopo l’Inpgi 1 intrattenne dei nuovi rapporti commerciali con la Sopaf, acquistando nel novembre 2010 per 16 milioni di euro Fondi Sopaf GLOBAL di Private Equity (poi diventati “Global Private Equity”) e gestiti da WISE Sgr.

 

Su Il Fatto Quotidiano del 14 novembre 2014 assieme alla notizia che il presidente Inpgi era stato indagato per truffa per la vicenda Sopaf/FIP/Inpgi 2, si venne a sapere che “il nome di Camporese compare nel comitato consultivo di Adenium, controllata al 100% da Sopaf, con una retribuzione di 25 mila euro all’anno per due anni. Nulla di penalmente rilevante, naturalmente ma che palesa come minino un conflitto di interessi”.

Fino ad allora questa notizia era del tutto sconosciuta agli altri componenti del CdA e del Collegio Sindacale Inpgi. Durante l’ultimo Consiglio Generale Inpgi di fine novembre 2014 Camporese precisò di aver devoluto i 50 mila euro in beneficenza. Ma alcuni consiglieri, così come il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino, chiesero espressamente di saperne di più su questi o su altri eventuali incarichi analoghi suoi o di dipendenti dell’Istituto.

La risposta venne parzialmente solo il 1° dicembre scorso quando l’Istituto in un comunicato stampa puntualizzò che Camporese aveva presieduto il Comitato tecnico consultivo del Fondo “Adenium Global Private Equity” per 2 anni nel 2012 e nel 2013 ed aveva avuto altri 2 incarichi, ma senza indicare dove, nè se gratuiti o a pagamento. Infine, per altri 10 analoghi incarichi Camporese aveva, invece, designato dirigenti e funzionari dell’Istituto. 

A tutt’oggi, però, e sono passati 4 mesi e mezzo, non si conoscono ancora ufficialmente i nomi dei dirigenti e funzionari Inpgi che hanno avuto questi incarichi gratis o a pagamento, quali sono stati gli eventuali compensi e in quali Comitati sono presenti. 

Ecco perchè si chiede la massima chiarezza possibile per far venire finalmente a galla tutti gli elementi della vicenda. L’Istituto dovrebbe essere una casa di vetro, supercontrollata e supertrasparente, soprattutto ora che la sua situazione economica e in particolare quella finanziaria è in condizioni molto difficili. Continuare a confondere i colleghi, sviandoli con comunicati generici e privi di dati e di riscontri, contribuisce solo ad alimentare ulteriore confusione e a non far capire nulla a una platea di 41.000 iscritti confusa da queste gravi vicende.

Chiediamo per questo se ci sono elementi ancora sconosciuti agli iscritti sui rapporti tra Inpgi e Sopaf, anche privi di caratteristiche penalmente o civilmente rilevanti, che è opportuno conoscere prima che siano rivelati da carte del processo. Apprezzeremmo la doverosa franchezza.

(6 – fine)

 

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