CASAGIT, DOPO IL CROLLO DEGLI ISCRITTI RIFLETTERE SULLE NUOVE FRONTIERE. APRIRE AI NON GIORNALISTI?

di Rossella Lama *

Un rapporto tra contributi e prestazioni dell’88% è troppo alto per lasciarci tranquilli sulla capacità di Casagit di assorbire eventuali contraccolpi.

Le entrate sono troppo risicate per garantirci capacità di tenuta già nei prossimi mesi, tanto è vero che dopo anni di attivo il bilancio 2014 ha chiuso in rosso. Per mantenerci al sicuro per ogni 100 euro di contributi che entrano i rimborsi per prestazioni non devono superare gli 85 euro. Serve quindi un aggiustamento, e cominceremo a parlarne in consiglio di amministrazione già il prossimo mese.
Il fatto è che stando alle previsioni (e devo dire che quelle dei nostri tecnici ci azzeccano di più di quanto blasonati istituti di ricerca non abbiano fatto in questi anni con la crescita del Pil italiano…) la forbice tra prestazioni e contributi tenderà sempre di più ad allargarsi, per via dell’invecchiamento della nostra popolazione, e del proliferare di contratti, si fa per dire, a costo zero che pare gli editori considerino un diritto acquisito.

Se gli imprenditori ricominciassero ad assumere e a pagare i giornalisti per il lavoro che fanno, e se tutti gli editori girassero a Casagit i contributi che devono con lo scandalo di una morosità che significa appropriazione indebita (su 1342 editori più di 600 non sono in regola con i pagamenti o non li fanno affatto, costringendo la Cassa a defatiganti e a volte infruttuose procedure per il recupero dei crediti), potrebbe arrivare quell’inversione di tendenza che metterebbe tutto a posto.
Purtroppo non si vedono segnali che accreditino questo scenario. Anzi. C’è anche un altro dato che mette in allerta sul fatto che alla lunga un’aggiustatina alle prestazioni e una revisione dei contributi potrebbero non bastare a garantirci la sopravvivenza di Casagit. L’anno scorso i soci titolari e i loro familiari sono scesi sotto quota 50 mila (49.884 gli iscritti al profili 1), in una continua marcia indietro rispetto ai 53.600 di cinque anni prima. E’ una vera e propria emorragia. La nostra categoria si sta rimpicciolendo, e Casagit rischia di diventare troppo piccola per poter stare sul mercato. Rischia di non aver più la dimensione che serve per poter stipulare convenzioni vantaggiose con i fornitori, di non aver più le risorse necessarie per fare quello che ha sempre fatto: assistere i colleghi nei momenti più difficili della vita, quelli della malattia.

Nella sua relazione all’assemblea di bilancio il presidente Cerrato ha chiuso la sua relazione sostenendo che è forse arrivato il momento di superare una barriera, quella di una Casagit solo per i giornalisti. E la nostra delegata romana Barbara Corrao ha detto che se dobbiamo cambiare per continuare ad essere come siamo, vale la pena di ragionarci su.

E’ un cambiamento epocale che non ha nulla a che vedere con i servizi che diamo con Casagit Servizi ad altre categorie di professionisti (la convenzione con i commercianti è già fatta). Lì si tratta di offrire la nostra capacità organizzativa in cambio di una parcella a fine anno. Qui si tratterebbe di aprire Casagit a popolazioni diverse, anche non giornalistiche. La nostra Casagit non sarebbe più soltanto dei giornalisti. E anche l’acronimo di Cassa autonoma dei giornalisti italiani non rappresenterebbe più per intero la sua realtà.

Niente è più come prima, siamo a un passaggio cruciale per la categoria. Il mondo è cambiato e dobbiamo stare al passo con i tempi. Insomma, occorre cambiare per continuare ad esistere. E’ stato l’avvertimento venuto dal collegio dei sindaci.

Senza ansia, senza angosce, ma anche senza tabù e inutili nostalgie nei prossimi mesi il consiglio di amministrazione di Casagit ragionerà su questo scenario. Noi daremo il nostro contributo in assoluta trasparenza, con un coinvolgimento il più ampio possibile degli iscritti per fare tesoro di tutti i punti di vista, non perchè la responsabilità di decidere ci spaventi, ma perché Casagit è di tutti noi, e insieme dobbiamo deciderne il futuro.

* Cda Casagit, componente del Collegio dei probiviri di Puntoeacapo

 

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