ISPEZIONI INPGI, UN DETERRENTE MA C’E’ IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA: QUANDO A PAGARE E’ L’ISTITUTO

di Alessandra Spitz *
Nei primi sei mesi del 2015, l’attività ispettiva dell’Inpgi – con 58 ispezioni complessive – non ha solo permesso di recuperare velocemente dall’Inps i contributi versati erroneamente ma ha anche conseguito risultati significativi sul fronte dell’evasione. Ma c’è purtroppo anche il rovescio della medaglia.

Trentaquattro ispezioni infatti hanno dato luogo a verbali di addebito per quasi 3 milioni di euro (2.968.401) di contributi, cui si aggiungono oltre 876 mila euro di sanzioni. Il totale del recupero effettuato è ancora più alto, visto che a questa cifra bisogna aggiungere circa 470 mila euro di nuovi 9 rapporti di lavoro denunciati all’Inpgi che quattro aziende hanno provveduto a regolarizzare prima della chiusura dell’ accertamento. Si arriva così a un totale di oltre 4 milioni di euro.
C’è da sottolineare però che le ispezioni danno luogo, come è naturale, a numerosi contenziosi che allungano di molto i tempi del recupero dei contributi non versati.
Alla fine del primo semestre dell’anno, il totale dei contenziosi era di 667 casi di cui so lo il 35% era arrivato a pronuncia definitiva, mentre il 42% non aveva ancora una pronuncia definitiva ed il 23% era ancora in attesa della prima pronuncia.

 

Per via del principio di automatismo delle prestazioni, inoltre, i contributi accertati – anche se non incassati – comportano il pagamento da parte dell’Inpgi di tutta una serie di prestazioni, come pensioni, assegni di disoccupazione, eccetera. Tutto questo dunque comporta perdite notevoli per l’istituto. Il paradosso è dunque che il meccanismo delle ispezioni, di per sé virtuoso, può avere delle grosse ricadute negative per le casse dell’istituto.

Certo è che le ispezioni vanno fatte, anche per il loro effetto deterrente e per garantire equità per i giornalisti e la giusta concorrenza tra le aziende del settore.. Il dato incoraggiante è rappresentato dal fatto che circa il 61% dei casi esaminati hanno avuto un esito positivo per l’Inpgi ed il 16% un esito parzialmente positivo. Solo il 23 % dei contenziosi dell’Inpgi ha registrato un pronunciamento negativo.
Il risultato è stato ottenuto soprattutto con ispezioni presso Uffici stampa (15), con 13 ispezioni presso le pubbliche amministrazioni, 12 presso aziende online, 6 presso aziende di periodici e ancora 6 presso emittenti televisive. Si tratta dei settori dove nell’ultimo periodo si sta concentrando l’attività ispettiva dell’Istituto, dopo che erano state vagliate le situazioni nelle aziende editoriali più classiche.
Gli accertamenti hanno individuato 67 rapporti di lavoro formalmente qualificati a vario titolo come forme di collaborazione autonoma che invece risultavano a tutti gli effetti rapporti di lavoro dipendente. Dei 67 rapporti ben 60 sono stati ricondotti a contratti ex art.1, due a contratti ex articolo 2 e 5 a contratti ex articolo 12.
Sono stati inoltre rilevati 43 rapporti di lavoro in cui il giornalista, benchè regolarmente assunto, era stato inquadrato in altre figure professionali con contributi versati all’Inps, all’Enpals o altri enti.
Le 58 ispezioni complessive del primo semestre hanno permesso di accertare anche evasioni nei confronti della gestione separata dell’Inpgi con il recupero di circa 232 mila euro di contributi cui si aggiungono 53 mila euro di sanzioni.
Per quanto riguarda la ripartizione geografica, le ispezioni si sono concentrate soprattutto al Nord, con 26 casi, seguito dal Centro con 18 casi ed, infine dal Sud, con 12 casi.

(2 – fine)

* Commissione Bilancio Inpgi, esecutivo di Puntoeacapo

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