INPGI, IL BILANCIO DEL DISSESTO PASSA CON 17 VOTI CONTRO. IL GOVERNO: MISURE STRUTTURALI

di Gianni Dragoni *

Il bilancio 2015 dell’Inpgi per la gestione previdenziale e assistenziale obbligatoria (AGO) è stato approvato a maggioranza dal consiglio generale dell’istituto dopo più di tre ore di discussione, con il voto contrario dei consiglieri di Inpgi Futuro, come già avevano fatto i suoi due rappresentanti nel cda, Carlo Chianura e Paola Cascella. Il bilancio è passato con 39 voti a favore, i contrari sono stati 17, gli astenuti 2.

La questione più controversa riguarda il dissesto gestionale sempre più grave dell’Inpgi e il modo in cui, in apparenza, questo disavanzo è stato coperto nel bilancio civilistico. Nel consuntivo 2015 la differenza tra entrate e uscite della gestione evidenzia un disavanzo record di 111,94 milioni, pari al 28,1 per cento delle entrate. Lo squilibrio si è aggravato rispetto a quello di 81,62 milioni del 2014 ed è peggiore di quello preventivato per il 2015, pari a 90,73 milioni.

L’Inpgi però dichiara un utile nel bilancio ufficiale civilistico, un risultato netto di 21 milioni, attraverso la manovra sugli immobili che si è ripetuta per il terzo anno consecutivo: una parte degli immobili di proprietà sono stati apportati al Fondo immobiliare Giovanni Amendola, posseduto al 100% dell’Inpgi.

Una perizia di un cosiddetto “terzo esperto indipendente”, la società Protos, ha assegnato a questi immobili, che avevano un valore di bilancio di 145,1 milioni un “valore di mercato” di 235,3 milioni: la differenza, pari a 90,2 milioni, costituisce una plusvalenza, contabilizzata nel bilancio come un’entrata straordinaria. Ma – hanno obiettato i consiglieri di Inpgi Futuro – si tratta di una plusvalenza di carta, perché l’Inpgi non ha incassato un solo euro da quest’operazione, è solo una partita di giro perché il Fondo Giovanni Amendola appartiene interamente all’Inpgi. “Se l’Inpgi facesse un bilancio consolidato, le plusvalenze sparirebbero e il bilancio sarebbe in perdita”, ha detto il consigliere Carlo Chianura.

In tre anni, dal 2013 al 2015, l’Inpgi ha fatto conferimenti di immobili allo stesso Fondo dichiarando nei bilanci plusvalenze per 290,6 milioni complessivi. “Non le considero plusvalenze di carta. Sono plusvalenze teoriche”, ha detto la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, spiegando che le plusvalenze immobiliari “ci saranno fino al bilancio 2017”.

Intanto però nel bilancio a fine 2015 il valore delle quote possedute dall’Inpgi nel “comparto uno” del Fondo Giovanni Amendola, il più consistente tra i due comparti del Fondo, risulta inferiore dell’1,21% rispetto all’anno precedente. Questo è un segnale negativo.

Anche il collegio sindacale dell’Inpgi ha espresso preoccupazioni nella relazione al bilancio, osservando che l’elevato disavanzo della gestione previdenziale è “coperto dalle plusvalenze immobiliari conseguenti al conferimento al Fondo Giovanni Amendola”. “Il dato rilevante del bilancio è il disavanzo di 111,9 milioni”, ha riconosciuto Macelloni. “E’ da questo che dobbiamo partire” per gli interventi che l’Inpgi dovrà fare. Mauro Marè, consigliere dell’Inpgi designato dal ministero del Lavoro ed esperto di previdenza, ha detto: “Serviranno misure strutturali”.

* Consigliere generaleInpgi per Inpgi Futuro

 

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