CASAGIT, SEMPLIFICAZIONE E NUOVO WELFARE LE SFIDE

di Corrado Chiominto

Cda Casagit, esponente di Puntoeacapo

La manovra approvata a gennaio dal Cda di Casagit ha messo in salvo i conti della Cassa almeno per i prossimi due anni. Il consiglio di amministrazione ha lavorato in modo coeso, ma non senza un confronto vivace al suo interno, arrivando al risultato finale anche attraverso il dialogo con tutte le consulte italiane. Ora si aprono nuove sfide per chi gestisce la cassa, anche per rispondere alle esigenze dei colleghi che richiedono un istituto vicino alle loro necessità.

La nuova gestione è stata rigorosa, fino ad arrivare a cancellare una socia che aveva truccato alcune fatture, e certamente continuerà su questa strada. Ma certo bisognerà puntare anche ad evitare complicazioni ai colleghi quando questo è possibile, migliorando e semplificando ancora di più la comunicazione.

    La parola chiave da affrontare di petto si chiama Burocrazia. Nell’ultimo Cda, che ha discusso del programma di lavoro di quest’anno, il tema è stato inserito nel calendario delle cose da fare predisposto dalla presidenza e dalla direzione. È questo un punto sul quale mi sono soffermato, chiedendo di avviare un’ attenta analisi delle procedure, anche perchè avevo raccolto le lamentele di chi accusa la Casagit di aver gettato sabbia negli ingranaggi delle procedure per rendere più difficile le prestazioni e i rimborsi.

Francamente non è così: le richieste di documentazione servono per frenare le furberie di qualche collega. Ma certo non possono essere lasciate senza risposta le pressanti richieste di semplificazione – fermo restando il rigore nella gestione dei conti contro le furbate.

Penso allora che con spirito critico andrebbero esaminate le diverse procedure. Penso ad esempio – ne abbiamo già parlato con alcuni componenti del Cda e forse i tempi sono già maturi – alla possibilità di eliminare richiesta di prescrizione per le visite oculistiche. Credo che nessuno, prima di andare da un oculista, si rivolga al medico di base. E, giustamente, i colleghi vivono questa richiesta come una imposizione incomprensibile. Credo poi che non sia servita a limitare le visite dei soci che hanno una frequenza di visite che sfiora la patologia: insomma inutile penalizzare tanti per colpirne pochi.

Ma questo è solo un esempio. Molti colleghi lamentano i forti controlli attivati per i rimborsi dentistici (con un tariffario che dovrà essere adeguato, compatibilmente con le risorse che emergeranno). L’attenzione della Casagit nel liquidare le pratiche dentistiche è motivata dagli artifici che talvolta vengono realizzati ad arte per massimizzare i rimborsi: senza abbassare la guardia contro i furbi, bisogna però studiare come rendere i controlli meno urticanti.

Meno burocrazia significa anche comunicazione semplice ed efficace. Su questo c’è già un forte impegno, che è visibile già nelle ultime comunicazioni inviate da Casagit ai colleghi. Credo in ogni caso che si possano migliorare anche le lettere che vengono inviate in caso di richieste per mancati versamenti contributivi: un linguaggio meno ostico e una minore standardizzazione consentirebbero di evitare incomprensione con i soci.

Una risposta potrebbe essere data anche ai colleghi che, specie in alcuni periodi dell’anno nei quali le richieste sono più frequenti, hanno difficoltà a contattare la Cassa attraverso il telefono. Magari pensando – come ha proposto un altro consigliere del Cda – ad attivare una segreteria telefonica nella quale lasciare il numero di telefono sul quale essere richiamati.

Certo il tema della burocrazia non assorbirà il grande lavoro che c’è da fare per dare prospettive nuove alla Casagit. Sono così d’accordo con tutti coloro che ritengono sia venuto il momento di avviare una ripensamento complessivo del welfare della categoria, da realizzare anche con gli altri istituti della categoria. Diventa sempre più necessario per dare risposte nuove a nuovi problemi che sembrano emergere in modo sempre più deciso: da una parte l’invecchiamento della popolazione giornalistica, dall’altra la precarizzazione che sempre più forte pesa su famiglie e giovani colleghi.

 

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*