CONCORSO RAI, L’USIGRAI: CHE C’ENTRA LA DISCRIMINAZIONE, E’ TUTTA COLPA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

“Una modalità trasparente per formare un bacino di reclutamento”. L’Usigrai difende il metodo di selezione dei giornalisti territoriali per assunzioni con contratti a tempo determinato, in una lettera indirizzata, dal segretario Carlo Verna, al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, su una polemica che sta riguardando diversi organismi della categoria.

“Ma sì forse era meglio la lottizzazione marchettara. Oggi le redazioni regionali della Rai avrebbero qualche buco in meno da coprire, in quanto di sicuro tempestivamente coperto e il servizio pubblico si troverebbe a gestire incredibilmente qualche polemica in meno”. Così si apre la lettera dell’Usigrai che fa poi notare: “C’è, invece, un equivoco indotto. Se si chiama concorso in senso tecnico quello che sta per fare la Rai – sottolinea Verna – ci sono una serie di obiezioni possibili (che se un giudice riterrà le accoglierà in un provvedimento). In realtà si tratta di una modalità trasparente per formare un bacino di reclutamento. L’articolo del contratto di lavoro giornalistico sui poteri dei direttori non è stato abolito. Come ci avrebbe fatto piacere trovare una legge che imponesse i concorsi!”.
“La residenza richiesta forse è un modalità imperfetta per evitare che la pratica della raccomandazione rientrasse dalla finestra, con pressioni improprie (alle quali la Rai continuerà ad essere sottoposta fino ad una legge che metta alla porta i partiti ) per il successivo trasferimento ovvero per il ritorno a casa. Età? Laurea? I giornalisti professionisti – incalza l’Usigrai – sono diventati 27.000, migliaia i disoccupati, senza paletti di alcun genere in almeno diecimila avrebbero partecipato. Per pochi posti a termine! Già immagino il titolo: “Concorso beffa alla Rai!”.

“Dei buoi  vedo solo le corna, quelle strumentalizzazioni elettorali che tanto hanno pesato negativamente negli anni sulla nostra categoria. No so se Stella – viene sottolineato nella lettera che fa preciso riferimento all’autore dell’articolo, apparso oggi sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella – sappia che si sta per votare per il congresso della Fnsi, come temo che ignori due cose. La prima è che questa selezione si è svolta due anni fa con requisiti più restrittivi; la seconda che nel 2008 è stata la prima volta che giornalisti professionisti sono approdati in Rai non con il sistema della chiamata diretta. Forse è stato violato il tabù di una casta. E così si chiede gattopardescamente di cambiare tutto per non cambiare niente. Ma a Lampedusa come a Roma al momento posti disponibili non ce ne sono”.

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*