PUNTOEACAPO, DENTRO E FUORI LE REDAZIONI ANDREMO A CERCARE LO SPIRITO PERDUTO DEL SINDACATO

di CARLO CHIANURA

Diritti e doveri dei giornalisti, strapotere degli editori, sindacato subalterno. Sono le prime tre cose che mi vengono in mente se devo elencare tre emergenze del giornalismo italiano. Poi penso al fatto che Puntoeacapo ha undici anni e che quando è nato per l’iniziativa di Silvana Mazzocchi e di un nucleo di pioniere e di pionieri le “emergenze” erano praticamente le stesse.

Non è cambiato nulla? Non è esatto: diciamo che è cambiata la gravità dei problemi, la loro intensità. I diritti dei giornalisti sono sempre più sotto attacco. I doveri sono confusi a volte con la schiavitù e con il preteso azzeramento dell’intelligenza critica. Lo strapotere degli editori sconfina ormai nell’abuso di chi ritiene quasi che i giornalisti dovrebbero pagare per garantirsi un posto in vetrina. E il sindacato non smette di essere subalterno a questo strapotere, anzi spesso i suoi leader si dimostrano più realisti del re.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Alle elezioni per i congressi votano percentuali ridicole, il quindici per cento circa degli aventi diritto. La stragrande maggioranza degli iscritti guarda altrove: semplicemente non ha bisogno del sindacato per tutelare la propria vita professionale.

In tutto questo i vertici del sindacato unitario procedono come treni quando si tratta di perpetuare il potere. Puntoeacapo ha abbandonato i lavori dell’ultimo direttivo dell’Associazione Stampa Romana per protestare contro un grave abuso messo in atto dalla maggioranza di questo sindacato in occasione dell’ultimo congresso nazionale. Una storia sordida di firme false per fare eleggere un consigliere in più della maggioranza, che ha coinvolto suo malgrado una persona specchiata. Un fatto su cui inutilmente abbiamo chiesto, anche in occasione della prima riunione del consiglio nazionale, un atto di autotutela della Fnsi.

 

La verità è che ci vuole il rispetto delle regole: una stella polare per noi.

Nell’assumere la carica di portavoce di Puntoeacapo, e dopo avere ringraziato tutti i colleghi della componente che hanno preso questa decisione, credo che sia necessario dire qualcosa su che cosa la nostra componente cercherà di mettere in campo nei prossimi mesi.

Con Simona Davoli, Pierluigi Franz, Fabio Morabito e Cinzia Romano, i colleghi del nuovo esecutivo di Puntoeacapo, cercheremo un cammino nella continuità.

Non cederemo al velleitarismo di chi sostiene che bisogna uscire dal sindacato per dimostrarne la crisi. Come sempre, con correttezza e lealtà, denunceremo ciò che non va ma cercheremo di lavorare per il cambiamento, sempre.
E’ anche vero però che la crisi del sindacato di cui parliamo è gravissima. Lo vediamo dalle migliaia di giovani precari che trovano quantomeno inutile iscriversi al sindacato. Lo capiamo dalle centinaia di disoccupati che hanno smesso di sperare nel rientro nel mercato del lavoro. Lo verifichiamo ogni giorno nelle redazioni falcidiate da stati di crisi concessi a pioggia e spesso senza un reale controllo da parte del sindacato.

Dentro le redazioni, fuori dalle redazioni. Andremo a cercarci lì i non iscritti, se necessario organizzandoli e adattandoci al loro spontaneismo.

A Roma, ma non solo, i gruppi di precari si stanno mobilitando. Sono spesso “giovani quarantenni” che non arrivano a 6-800 euro di stipendio al mese e non riescono a pagarsi l’affitto di casa, figuriamoci la Casagit.

Contemporaneamente andremo a cercarci i tanti pensionati d’annata a 1.000-1.500 euro al mese che avrebbero magari tempo, ma non altrettanti soldi per pagare le quote sindacali: perché per noi la solidarietà tra generazioni è al primo posto tra i valori.

E non dimenticheremo che Puntoeacapo è presente negli enti: Inpgi, Casagit per primi. Lavoreremo per entrare appena possibile anche nel Fondo per le pensioni complementari. Nel frattempo continueremo a offrire assistenza a chiunque ce la chiederà. E a offrire la nostra leale collaborazione all’Ordine dei giornalisti, che l’etica e la deontologia in cui crediamo è chiamato a fare rispettare. 

 

Se Puntoeacapo esiste, dicevo, lo dobbiamo a Silvana Mazzocchi, che oggi lascia l’incarico dopo undici anni. I ringraziamenti non sono formali, ma veri e affettuosi. Ha portato un altro punto di vista sul sindacato e sul rispetto dovuto a tutti i giornalisti: come i veri leader ha messo in gioco se stessa, aveva molto da perdere e certo da questa esperienza non esce più ricca se non nella nostra amicizia e nell’orgoglio di avere lavorato in questi anni per rendere più forte la componente e tutto il sindacato.

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