di Cinzia Romano *
Ero tra i pochissimi consiglieri nazionali della Fnsi rimasti nel tardo pomeriggio a discutere la Carta di Firenze con i relativi emendamenti. Sono rimasta fino alla fine della discussione ma non ho partecipato al voto, andando via, e vorrei spiegarvi il perchè.
Vi riassumo telegraficamente il mio intervento nella discussione (tutto il dibattito è comunque stato registrato come avviene per i consigli nazionali della Fnsi). Prima obiezione di metodo: mi sembrava assurdo e tecnicamente impossibile modificare una Carta deontologica che già era stata votata a Firenze e approvata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine.
Nel merito, tutti gli emendamenti puntavano a dettare comportamenti ai Consigli regionali degli Ordini con toni coercitivi così irrispettosi di altri organismi di categoria (che operano in base ad una legge, come i consigli dell’Ordine), da risultare una sgradevole e inaccettabile ingerenza.
Segnalare poi “situazioni di esercizio abusivo della professione” è pericolosissimo e anche velleitario: non si diventa pubblicisti proprio scrivendo articoli, montando servizio radio e tv, regolarmente retribuiti senza avere appunto alcun titolo professionale? Nessuna delle mie obiezioni, è anche quelle di altri colleghi, è stata ritenuta degna non solo di essere presa in considerazione ma di meritare una risposta.
C’era sicuramente un retropensiero e una discussione a me ignota che impediva un confronto reale. Era inutile partecipare alla farsa di un voto e sicuramente potevo pure risparmiarmi le obiezioni perchè già tutto era stato deciso. Leggo i resoconti di Andrea Leoni, per la componente di Nuova informazione e qualche nebbia si dirada.
Ora, anche io faccio parte di una componente, quella di Puntoeacapo che non è in maggioranza, e credo che in un sindacato unico le componenti siano fondamentali nella vita democratica del sindacato. Ma quando il confronto e magari le contrapposizioni non avvengono sulle idee e sui problemi da affrontare, e si trasformano in chiusura da fortino assediato per non incrinare i vincoli di maggioranza, tutto diventa insopportabilmente privo di significato, e anche pericoloso. Non è così che si rafforza il sindacato e si tutelano i diritti di tutte e di tutti.
* Consigliere nazionale Fnsi, esponente di Puntoeacapo
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