STAMPA ROMANA, CON PUNTOEACAPO CONTI FLORIDI E TANTA SOLIDARIETA’

Puntoeacapo entrò nella maggioranza di Stampa Romana nel dicembre 2007: nei due veri bilanci della nostra gestione il bilancio dell’Associazione risultò fortemente in attivo, nonostante una forte azione solidaristica nei confronti dei colleghi iscritti.

Il primo bilancio che abbiamo discusso (nel 2008) era quello dell’ultimo anno del monocolore di Autonomia (segretario Silvia Garambois, presidente David Sassoli): bilancio in passivo, gravato comunque dalle spese congressuali, che anche se sono distribuite nel triennio per gli ammortamenti incidono diversamente.

Nel 2009 e nel 2010 abbiamo discusso i bilanci 2008 e 2009, quindi della nostra gestione, tutti e due in forte attivo. Infine, il bilancio del 2010 (ultimo anno del nostro governo) è stato presentato nel 2011 e ha presentato un forte e inaspettato passivo. Certo, su questo bilancio gravavano le spese congressuali, ma c’era un grosso aumento delle spese di servizio (anche se la relazione cercava di porre l’attenzione di più sull’aumento delle spese legali) e alla fine tutti i nodi vennero al pettine: dietro c’era una bulimia dei rimborsi fasulli, quello che aveva bloccato l’approvazione dei revisori dei conti.

Il confronto fra i bilanci andrebbe fatto tra anni paragonabili, perché l’anno delle elezioni è sicuramente particolare. Quindi il bilancio 2011 (primo anno del nuovo governo di Stampa Romana) va paragonato con il primo anno del nostro governo unitario, e cioè il bilancio del 2008 (approvato nel 2009).

Nel 2008, rispetto ad oggi, avevamo delle spese di personale più consistenti, mentre nel 2011 una dipendente pensionata è stata sostituita da una nuova assunta, e quindi il costo del personale è diminuito addirittura rispetto all’anno prima (ben 35mila euro in meno rispetto al 2010, una cifra importante).

Nonostante questo, il bilancio 2011 ha un passivo di 31mila euro, mentre nel 2008 avevamo un attivo dichiarato di oltre ventimila euro, ma un attivo reale di oltre ottantamila euro, che sono stati ridimensionati per gli accantonamenti (l’Asr è una onlus, con un attivo così alto poteva sembrare una società a scopo di lucro). La somma tra l’attivo di circa ottantamila e il passivo di 31mila euro fa quasi diecimila euro di spesa in più OGNI MESE.

E’ vero che il 2008 era l’anno prima del boom degli stati di crisi (ma vertenze per una miriade di piccole testate c’erano anche allora), ma gli stati di crisi dei grandi giornali nel 2009 non hanno comportato spese per Stampa Romana, che ha firmato quasi tutti gli stati di crisi (e quindi non aveva certo spese legali da affrontare). Gli unici stati di crisi che non furono firmati da Asr nel 2009 erano Mattino e Gazzettino. Ma l’unica causa su Roma (una collega del Gazzettino) non è stata fatta a carico dell’Asr. Quindi: tante vertenze, che non significa però necessariamente tante spese in più.

Sembra quindi di poter dire che siamo passati da una buona amministrazione a qualcosa di diverso.

Altra annotazione: il “costo rilevante” delle polizze è stato introdotto dal nostro governo unitario. Giusto? Sbagliato? Continuiamo a pensare che sia una buona cosa. Ma buona o no, anche quando c’era Puntoeacapo era una spese rilevante (la crisi globale non incide…), ma non ci impediva di avere un attivo finale assai più rilevante.

 

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