AL MESSAGGERO ARIA DI BATTAGLIA CONTRO I LICENZIAMENTI COLLETTIVI

di Rossella Lama *

Non gli basta aver attinto come nessun altro editore al Fondo Inpgi per i prepensionamenti. Non gli basta aver mandato a casa quasi un’ottantina di giornalisti del Messaggero con due stati di crisi consecutivi. Caltagirone vuole stravincere e gioca la carta dei licenziamenti collettivi.

Ha avviato la procedura per cinque giornalisti, quattro articoli 2 e un articolo 1. La lettera è stata mandata al ministero,  senza avvertire prima il cdr. E’ l’ennesima conferma del totale disprezzo con il quale a Via del Tritone vengono trattati i giornalisti e i loro rappresentanti.

Oggi si è tenuta un’assemblea che ha affidato al comitato di redazione un pacchetto di 5 giorni di sciopero. L’utilizzo della legge 223 per tagliare il costo del lavoro  e alleggerire le redazioni  viene giustamente vissuto come un drammatico precedente per la redazione che non più tardi dell’anno scorso, proprio per scongiurare l’avvio della procedura per il personale poligrafico, ha rinunciato ad un po’ di soldi in busta paga.

Ora Caltagirone ci riprova, forza la mano, convinto che al Messaggero sia possibile quel blitz che qualche settimana fa non è riuscito a Pippo Marra con L’Adn Kronos. Marra ha dovuto fermarsi e cambiare strada. I 23 licenziamenti sono stati ritirati, e in questo passaggio un ruolo decisivo lo ha giocato Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Ma  i lavoratori (giornalisti e tipografi) dell’agenzia di notizie e della consociata Mak Multimedia hanno comunque pagato a caro prezzo la conservazione del loro posto di lavoro. La crisi c’è, per il settore dell’editoria, e non solo per quello. Gli editori che con i loro giornali hanno guadagnato tanto negli anni scorsi, non vogliono mettersi le mani in tasca per pagare quegli investimenti che servono ad uscire da questa situazione.

Preferiscono metterle in quelle dei giornalisti e dello Stato,  ricorrendo alla cassa integrazione e ai prepensionamenti della 416. Ma ora che questi fondi stanno finendo c’è chi  tenta di forzare esplorando altre praterie come quella del licenziamento. Anche nei confronti di chi, come la collega articolo1 del Messaggero, non si arrende. E’ da mesi in cassa integrazione e si aspetta di riprendere il suo posto di lavoro quando a maggio finirà lo stato di crisi. La legge lo prevede. Ma è una legge che a Caltagirone non piace, quindi via, ne usa un’altra, la famigerata 223.

* Direttivo Stampa Romana, esponente di Puntoeacapo


Documento approvato dall’assemblea dei redattori

L’assemblea dei redattori del Messaggero giudica grave e inaccettabile l’avvio da parte della società editrice della procedura di licenziamento collettivo di cinque colleghi ai sensi della legge 223/91, attivata mentre è ancora in corso uno stato di crisi (ex lege 416/81) che ha previsto la cassa integrazione straordinaria per 29 persone.

Proprio la legge 416, in base alla quale il Messaggero ha già avuto accesso a due stati di crisi nell’arco degli ultimi cinque anni (con una riduzione complessiva dell’organico del giornale di circa un terzo) è la normativa specificamente preposta ad affrontare le situazioni critiche nel settore editoriale.

L’assemblea ritiene quindi impraticabile ogni altra scorciatoia, chiede l’immediato ritiro della procedura e affida al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero.

Roma 4 aprile 2014

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