UN CONTRATTO DA EVITARE, COLLABORATORI E MERCATO DEL LAVORO: L’OMBRA DI UNA GENERAZIONE PERDUTA

Sul tema del lavoro autonomo, in particolare per le collaborazioni coordinate e continuative, appaiono tramontate le aperture prospettate inizialmente per la categoria dalla Fnsi.

Per esempio la richiesta di un periodo di riposo di 35 giorni, l’assicurazione sanitaria integrativa Casagit, la pensione complementare e l’assicurazione infortuni, la copertura assicurativa per eventuali danni da risarcire in sede civile, i diritti di tutela sindacale con rappresentanti eletti nei cdr, l’obiettivo di portare questi collaboratori dalla gestione separata alle gestione principale Inpgi mantenendo la natura giuridica parasubordinata del rapporto di lavoro.
E’ possibile che tutto si riduca, invece, a parametrare il trattamento economico minimo dei collaboratori secondo tipologie per le quali si ipotizzano 3 mila euro lordi l’anno per 9 articoli al mese sulle edizioni nazionali e 15 articoli al mese sulle edizioni locali, per un determinato numero di battute, ovvero rispettivamente 27 euro e 16,5 euro lordi a pezzo.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, invece, una delle strade maestre che si vorrebbe percorrere è la liberalizzazione del ricambio generazionale. Apparentemente un obiettivo condivisibile da chiunque: se non che la legge italiana, per ora almeno, vieta che un’azienda si liberi di un contratto oneroso per far posto a un altro “basic”. Ma si sa, sembra di essere tornati alla legge della giungla, altro che Stato di diritto.
Discorso tutto diverso è invece quello impostato negli ultimi anni dall’Inpgi, che ha sensibilmente ridotto la contribuzione d’ingresso per favorire l’occupazione giovanile, con il risultato di aver favorito l’assunzione di 400 nuovi giornalisti (seppure a fronte della perdita complessiva dal 2009 di 2.500 posti di lavoro).

 

Ma così come si prospettano le cose, c’è solo il rischio di una precarizzazione a tempo indeterminato della categoria.

 

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