LO SCANDALO DELLA DOPPIA PENSIONE DEI POLITICI PAGATA DAI CITTADINI (E DAI GIORNALISTI). LETTERA APERTA DI FRANZ AI PRESIDENTI DELLE CAMERE

di Alessandra Spitz*

 Resistono imperterriti i molti privilegi della politica a spese dello Stato – e quindi dei cittadini – nonostante i recenti, solenni impegni sui tagli da effettuare.

Tra questi privilegi, uno dei piu’ scandalosi e’ quello che consente ai politici , con una spesa irrisoria (prima del 2000 a costo zero), di incassare due ricche pensioni , grazie ad una distorta interpretazione dell’ art.31 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300 del 1970).

Per abolire questa stortura , che in 45 anni e’ costata all Erario almeno 5 miliardi di euro (10 mila miliardi delle vecchie lire), Pierluigi Franz, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, sindaco Inpgi e membro del comitato consultivo di Puntoeacapo, ha inviato una lettera aperta ai Presidenti di Senato e Camera , Grasso e Boldrini, in cui spiega come potrebbero porre fine a questo spreco semplicemente eliminando in modo esplicito la scorretta ed anti-costituzionale (perche’ priva di copertura) interpretazione della Legge 300.

Nella sua lettera Franz evidenzia che l’art 31 dello Statuto dei lavoratori era stato correttamente creato per garantire a tutti i cittadini eletti parlamentari, consiglieri o Presidenti di Regione, sindaco di grandi citta’ o Deputati del Parlamento europeo di mettersi in aspettativa e di poter conservare il precedente posto di lavoro fino al termine del mandato, mantenendo una adeguata copertura previdenziale.

Tale norma di garanzia – sottolinea Franz- e’ stata abilmente manipolata con una subdola interpretazione del significato del termine vitalizio . Grazie alla autonomia assoluta di bilancio di Montecitorio e di Palazzo Madama -che impedisce qualsiasi controllo della Corte dei Conti- le Camere hanno elargito il vitalizio alla fine del loro mandato ad ex deputati ed ex senatori che avevano mantenuto la copertura previdenziale prevista dall’art 31 della Legge 300.

Questi politici hanno ottenuto il vitalizio grazie alla stravagante interpretazione che il vitalizio non potesse essere considerata una pensione. In circa 45 anni migliaia di parlamentari hanno cosi’ messo in tasca una doppia pensione pagata da tutti noi mentre gli enti di previdenza si stanno dissanguando per garantire tale privilegio.

Per abolire questo scandalo, Franz chiede ai Presidenti delle due Camere di formalizzare in via interpretativa e in base alla loro autonomia che “i lavoratori eletti deputati o senatori (lo stesso discorso dovrebbe valere naturalmente per i consiglieri e presidenti di Regione, per i sindaci di grandi città e per gli eurodeputati) hanno diritto a mantenere il loro precedente posto di lavoro per tutta la durata del mandato e a vedersi accreditare, rispettivamente, dalla Camera o dal Senato i contributi previdenziali originariamente versati dall’azienda o dall’ente presso cui prestavano lavoro dipendente. Resta, tuttavia, ad esclusivo carico di ogni deputato e senatore la quota di contributi già di sua spettanza come lavoratore dipendente, come prevede l’art. 38 della legge n. 488 del 1999. I deputati e i senatori già iscritti ad enti previdenziali prima della loro elezione non hanno diritto di percepire alcun vitalizio da Camera o Senato. Hanno, invece, diritto a percepire il vitalizio da Camera o Senato solo quei deputati e senatori non iscritti ad enti previdenziali prima della loro elezione”.

In altre parole, le Camere dovrebbero semplicemente sostituirsi all’azienda per i contributi di parte datoriale, mentre i parlamentari dovrebbero continuare a versare la loro quota previdenziale cosi’ come avveniva prima di essere eletti. Ma senza alla fine godere praticamente gratis di una doppia pensione che grava sulle spalle di tutti i cittadini.

Come e’ ovvio questo intervento sollecitato da Franz non puo’ essere retroattivo (anche se sarebbe giusto farlo) ma almeno sarebbe un atto di equita’ e di giustizia sociale davanti ai cittadini.

Infine Franz sottolinea che alle Camere in questa legislatura non c’e’ nessuna proposta di legge in tale senso. Solo quattro anni fa l’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta ne presento’ una insieme ad altri parlamentari ma, quando poi nella legislatura successiva assunse la carica di premier, non prese alcuna iniziativa. Forse – azzarda Franz- perche’ condizionato dalla lettera che nel 2011 gli scrisse il Presidente della associazione ex parlamentari Gerardo Bianco il quale sosteneva la validita’ del doppio vitalizio.

 

*consigliere genrale Inpgi, Esecutivo di Puntoeacapo

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