CASO VESPA,INPGI DICA QUANDO NE DISCUTE LA CASSAZIONE.CDA RAI APRA LA PORTA (A PORTA) AI GIORNALISTI

di Luciano Borghesan *

Sto guardando Porta a Porta (giovedì 12 novembre ore 23,55): Bruno Vespa intervista Silvio Berlusconi  “Da Matteo (Renzi) a Matteo (Salvini)”. E per l’ennesima volta mi chiedo: ma davvero questa trasmissione non è giornalistica? Davvero Vespa non fa domande da giornalista?

Per la vicenda giudiziaria dell’ex Cavaliere, io farei le domande di Vespa?  “Per la sua agibilità politica intende la grazia?”, “Renzi avrebbe dovuto modificare la legge Severino?”, “Faceva parte dei patti?”, “Sulla sicurezza con Salvini c’è una linea comune”, chiede Vespa, appena passata la mezzanotte.
Mi rispondo “Sì, avrei cercato di farle”.
Il giornalista (in pensione) Vespa sta facendo il giornalista, dunque ho fatto il mio dovere – come membro della Commissione di Vigilanza e Contributi (di cui sono vicepresidente), oltrechè come consigliere generale dell’Inpgi – nel chiedere al presidente Andrea Camporese e alla direttrice Mimma Iorio di informarci su data e luogo dell’udienza in Cassazione dove si discuterà il ricorso verso la sentenza avversa all’Inpgi (per cui non devono essere versati i contributi dovuti da un lavoratore-giornalista). Dobbiamo andarci in tanti, coinvolgendo anche Fnsi e Ordine. Ma perchè nessuno mi risponde?
Nella sentenza del tribunale di Roma si legge che
“… L’Inpgi … non ha minimamente provato nè la natura subordinata ontologicamente giornalistica del programma Porta a Porta, nè la natura giornalistica delle prestazioni rese dal Dott. (sic) Bruno Vespa”;
“… L’Inpgi … non è stata in grado di comprovare … quanto asserito nella memoria difensiva, stante la reiterata (e inspiegabile) defezione di alcuni testi citati”;
“E’ chiaramente emerso, di contro, che il Dott. Bruno Vespa abbia svolto in favore della Rai un’attività squisitamente autorale e di conduzione del noto programma televisivo, in totale autonomia e nel pieno rispetto di quanto concordato con l’emittente nei contratti di lavoro autonomo versati in atti, senza mai esercitare alcune delle prerogative tipiche della funzione di Direttore ex art. 6 CNLG ex adverso erroneamente ascrittagli”.
Una grave “defezione” quella dei testimoni (perchè? chi sono?), ma ora ci hanno pensato i nuovi colleghi giornalisti recentemente eletti nel cda Rai a precisare che Bruno Vespa sta facendo il giornalista e bene, lo hanno fatto in occasione del Porta a Porta dedicato al caso-Casamonica per difenderlo da forti proteste. Lo stesso Vespa peraltro ha più volte sbottato al microfono di Porta a Porta: “Lasciateci fare il nostro mestiere… Io faccio il giornalista”.
La testimonianza più significativa l’ha fornita il consigliere Giancarlo Mazzuca: “Vespa ha solamente fatto il suo dovere di giornalista, anch’io come direttore avrei chiesto il loro parere” (AGI, Roma 9 settembre 2015). Notare: “Anche io come direttore”. Ha ragione il consigliere d’amministrazione Mazzuca (attuale direttore del Giorno): anche Vespa è un direttore.
Sul fatto che Vespa fa il giornalista sono espliciti pure gli altri due cda-giornalisti.
Arturo Diaconale all’Adnkronos: “La scelta di Vespa è stata legittima. Il caso Casamonica ha colpito l’opinione pubblica del Paese e sentire il parere di chi ne è stato causa mi è sembrato, dal punto di vista giornalistico, abbastanza corretto”.
Franco Siddi, ex presidente della Fnsi: “Le scelte devono essere sempre fatte in base al principio della completezza e del pluralismo. Tanto piu’ nel servizio pubblico”
Ho chiesto all’Inpgi: non è doveroso chiedere coerenza a questi illustri colleghi nel collocare correttamente la Rai di fronte alla vertenza con l’Inpgi per il lavoro giornalistico (direttore o meno) di Bruno Vespa? E chissà se il cda dei giornalisti Monica Maggioni, Diaconale, Mazzuca e Siddi è in grado di fare contratti giornalistici per i giornalisti di Porta a Porta?
* Vicepresidente della commissione Contributi e Vigilanza Inpgi, eletto nelle liste di Inpgi Futuro

 

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