INPGI FUTURO: SULLE COMMISSIONI E I FIDUCIARI OCCUPAZIONE MANU MILITARI DEL SINDACATO

“Profondo dissenso” sulla filosofia che ha ispirato le nomine delle commissioni consultive e dei fiduciari. Una vera occupazione manu militari di quasi tutti i posti, “nel pieno disprezzo degli assetti usciti dalle elezioni di febbraio”. Per questo i due consiglieri di amministrazione di Inpgi Futuro hanno votato no ai nuovi assetti.

Intervenendo nel dibattito, Paola Cascella e Carlo Chianura hanno analizzato in che modo sono maturate le scelte della presidenza e della maggioranza. A cominciare dalla duplicazione degli incarichi, vera e propria caratteristica della oligarchia trasversale che comanda gli enti di categoria. 

Dopo le scelte virtuose del 2012, che avevano portato l’istituto a escludere i consiglieri di amministrazione dalle commissioni distinguendo correttamente la fase decisionale da quella consultiva, si è tornati al passato. Tre componenti su dieci del Cda sono presenti anche in commissioni, uno dei quali presidente della Previdenza, un altro vice della Bilancio. Se non un conflitto di interessi, certamente una commistione da evitare.

“Osserviamo”, ha commentato Carlo Chianura, “l’applicazione più retriva della funzione del sindacato come cinghia di trasmissione del potere. Ieri mercoledì, prima di una riunione informale del Cda, nei corridoi dell’istituto sciamavano dirigenti delle associazioni regionali e della Fnsi, molti dei quali non eletti, che avevano appena terminato una riunione nelle stanze della presidenza, c’è da immaginare con quale ordine del giorno. Mi chiedo in quale istituto di previdenza possano osservarsi situazioni del genere”.

A Inpgi Futuro è stato negato un elementare diritto di tribuna “che, più che la negazione della democrazia, è la negazione dell’aritmetica”. Con una formazione molto meno numerosa infatti nella scorsa consiliatura la formazione sostenuta da Puntoeacapo aveva retto una presidenza e tre vicepresidenze, oltre ad altri incarichi. Oggi, con il cinquanta per cento di consiglieri in più, tutto si è ridotto a 5 presenze su ben 54 posizioni, per coprire le quali la maggioranza è dovuta ricorrere a consiglieri di amministrazione, doppi incarichi e tanti “esperti” non eletti.

“In definitiva siamo in presenza di un atto di arroganza che utilizza tutti gli escamotage e i buchi dello statuto per consentire la solita perpetuazione del potere. Senza considerare però il famoso detto che parla di chi semina vento”.

Per questi motivi, Chianura e Cascella hanno votato contro, pur assegnando ai consiglieri eletti nel proprio gruppo la piena autonomia a valutare se – nello spirito di servizio che da sempre contraddistingue il gruppo e considerando le gravi emergenze che coinvolgono l’istituto – intendono offrire il proprio contributo.

 

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