Il 25 giugno 2002 veniva a mancare Paola Angelici, caporedattore esteri del Tg2, sindacalista, membro della giunta della Federazione Nazionale della Stampa, dirigente dell’Associazione Stampa Romana.
di Stefania Conti
Diciannove anni! 19 anni che non ci sei più. Te ne sei andata all’improvviso, durante un Direttivo di Stampa Romana. Conoscendoti, cara Paola, penso che ti sarebbe andata bene una morte nel pieno di una battaglia, sindacale, per carità. Sei sempre stata battagliera, una sindacalista nata.
Eri passionale, amavi la vita. E invece la vita ti ha lasciato a soli 52 anni. Avevi fondato un sindacato nuovo in Rai, in contrapposizione all’Usigrai perché tu eri una contro. Contro il sopruso, contro le caste, contro un potere – qualunque – che tarpava le ali alla tua voglia di libertà.
Hai lottato per la regolarizzazione dei precari, ti sei battuta per aiutare i colleghi più deboli, quelli che non avevano “santi in paradiso”. Persino con i montatori (che non sono giornalisti e quindi non rientravano nella tua “sfera di azione”) ti eri messa alla ricerca di una soluzione per i loro problemi.
Professionalmente ineccepibile, non hai mai fatto mancare il tuo impegno nel servizio che dirigevi: la tua attività sindacale non ha mai sopraffatto il lavoro. Come tu abbia fatto anche ad essere contemporaneamente una mamma impagabile, lo sa solo dio: si, eri proprio una donna speciale.
Ma io rimpiango l’amica. Generosa, allegra, mai depressa anche quando eri incazzata nera. Rimpiango i gelati che mangiavamo insieme nel triste bar di Saxa Rubra, l’orribile mensa che a ripensarci adesso non la ricordo orribile perché ci andavo con te. Le confidenze tra donne, i pettegolezzi. Rimpiango tutto perché amiche vere come te se ne trovano poche.
Adesso sei diventata nonna di due splendidi maschietti. Flor è un fiore, proprio come volevi tu.
La vita, come sempre, è andata avanti. Ma il ricordo rimane, indelebile.
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