di Maria Grazia Molinari
Sergio Stimolo, caro amico, giornalista e sindacalista, ci ha lasciato martedì 14 settembre, preda di un’aggressiva e imbattibile malattia della quale lui stesso aveva dato l’annuncio, con il piglio che gli era proprio. Quasi una sfida.
Siciliano per nascita, milanese d’adozione, ha concluso la sua carriera da inviato speciale al Corriere della Sera, dopo aver lavorato per anni nella redazione politica, che aveva seguito passo dopo passo, diventandone prima caposervizio e poi caporedattore.
Era molto stimato, sia per la sua capacità di stabilire contatti importanti e duraturi sullo scenario nazionale, sia per la sua penna abile, pulita, graffiante, coinvolgente. Un “maestro” per molti giovani.
Il sindacato è stato l’amore parallelo, dalla nascita di Stampa Democratica, la componente voluta e poi guidata da Walter Tobagi e Giorgio Santerini per costruire un nuovo sindacato capace di convincere gli editori dell’assoluta necessità di rendere la stampa libera da vincoli, accomunando deontologia professionale, diritti, buone retribuzioni.
Insomma, “dalla parte dei giornalisti”. In quello che sarebbe diventato un lungo e faticoso percorso, Sergio si è conquistato sul campo voti e incarichi importanti, che ha sempre onorato: Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della Stampa, Inpgi, Casagit…
Perché era un sindacalista acuto, tosto, e mai in vendita. Mai. Lui non rifiutava di trattare, rifiutava di svendere una redazione, di renderla più debole, quindi al servizio di questo o quello.
Sergio aveva l’animo del guerriero, non temeva di scendere nell’arena per affrontare chi voleva sbarrare il cammino a un giornalismo con la schiena diritta. E così vogliamo ricordarlo.
Un pensiero pieno d’affetto per la moglie Alba, per i figli Simone – collega al “Giorno” – e Andrea.
Puntoeacapo ricorda l’amico Sergio Stimolo nel segno della sua lealtà e di una grande stagione del sindacalismo dei giornalisti ed è vicino a Alba, Simone e Andrea.
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