L’8 MARZO DIMENTICATO DEI GIORNALISTI: DALLA CASAGIT ALL’INPGI AL SINDACATO UN MONDO SENZA PARITA’

di Rossella Lama *

Un altro 8 marzo, e siamo ancora qui, a dire che abbiamo ben poco da festeggiare.  Quando si tratta di parlare  delle cose di casa nostra  noi giornalisti ci dimentichiamo di esercitare quello spirito critico di cui facciamo largo uso nella nostra professione. 

 

Mettiamo il resto del mondo sotto la lente d’ingrandimento, ma poi sorvoliamo, o peggio ignoriamo, le contraddizioni che viviamo direttamente. Non è un punto di vista, o un atteggiamento ideologico. Cosa c’è di male poi nelle ideologie? Sono i numeri a parlare, a dire che la metà dei giornalisti italiani sono donne,  e che le donne sono una esigua minoranza ai vertici del sindacato, dove si decidono le regole del nostro lavoro. E degli organismi di categoria, quelli delle nostre pensioni e della nostra copertura sanitaria, come Inpgi e Casagit.

Lavoriamo, paghiamo le quote associative, e scontiamo insieme  ai nostri colleghi tutte le difficoltà della crisi del nostro settore. Siamo uguali, ma diverse quando si  stabilisce  chi  deve comandare.

Quanto tempo dovrà passare perché le cose cambino?  L’Inpgi è in dirittura d’arrivo per una riforma dello statuto che assicuri una maggior rappresentanza femminile. La distanza da colmare è enorme :  sono uomini il presidente e i suoi due vice. Le donne nel cda sono 4 su 16 e solo 18  nel consiglio generale composto da 67 membri.  Il presidente dei sindaci è  donna,  ed è stato il ministero del lavoro a designarla. Riformare lo statuto dovendo tener conto della rappresentanza territoriale  e del panorama composito nel quale si declina la nostra professione non è cosa facile. Bisogna ammetterlo.  Ma così come il progetto ha preso forma non sembra assicurare quel  riequilibrio di rappresentanza di genere che vorrebbe garantire. La  doppia candidatura (un uomo una donna)  sulla falsariga delle elezioni amministrative non garantisce un punto d’arrivo più rappresentativo di ciò che siamo e rappresentantiamo nel giornalismo come nel mondo. Basta che i pizzini che sempre girano ad ogni votazione concentrino i voti su alcuni candidati uomini e sparpaglino quelli sulle candidate donne perchè le nostre chances di essere elette  vengano azzerate.

In Casagit, dove le donne rappresentano la maggioranza degli iscritti , presidente e i due vicepresidenti sono uomini e nel cda su 11 membri siamo solamente in due. Entro il 31 dicembre di quest’anno il gruppo di lavoro per la riforma dello statuto nella prospettiva di un riequilibrio della rappresentanza di genere dovrà presentare al consiglio la sua proposta. In tempo per  poterla usare nelle prossime elezioni. La commissione è stata istituita alla fine del 2013.Stiamo a vedere come andrà a finire.

La realtà è che quello che a noi donne pare tanto  ovvio da non doverci spendere neppure troppe parole sopra, che gli organi decisionali della nostra categoria devono rispecchiare fedelmente la composizione del nostro mondo  perché se non sono rappresentativi non sono neppure democratici, bene, questa banale considerazione fatica a fare strada tra i nostri colleghi. Sordi, sono sordi,  come se dovessero cedere brandelli di carne. E si va avanti a passi di lumaca. Davvero il recente congresso Fnsi, senza voler togliere nulla agli eletti, non poteva riservare qualche posizione di rilievo per le donne? Davvero non si poteva fare di più di quel tre a zero di presidenza, segreteria e direttore?

Dobbiamo mettere le gambe al nostro obiettivo. Questo è il punto. E la riforma degli statuti con nuove regole per le elezioni e, perché no, vincoli di composizione degli organi sociali sono il punto di partenza. Sono dei facilitatori di questo processo, ma da soli non bastano. Noi donne per prime dobbiamo decidere di posizionarci su un gradino più alto, di smettere di fare le portatrici d’acqua e cominciare a giocare in proprio. Gli ordini di scuderia che puntualmente arrivano ad ogni elezione ci tagliano fuori. Lo abbiamo capito, ricordiamocelo al prossimo giro .

Buon 8 marzo a tutte. Buon 8 marzo a tutti.

* Cda Casagit, componente del comitato consultivo di Puntoeacapo

 

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