PENSIONI DEI GIORNALISTI, IL CONGUAGLIO DI NOVEMBRE E LA TEMPESTA IN UN BICCHIER D’ACQUA

Ha destato allarme tra numerosi giornalisti in pensione la trattenuta Irpef prelevata sull’assegno di novembre. Ma si tratta di un allarme fondato o siamo in presenza della classica tempesta in un bicchier d’acqua? Vediamo.

In proposito Puntoeacapo ha consultato una fonte primaria dell’Inps che ci ha fornito una serie di spiegazioni che potrebbero servire a sciogliere l’enigma.

La platea interessata. La trattenuta non ha riguardato tutti i giornalisti pensionati, ma esclusivamente i titolari di altre pensioni oltre a quella principale. Esempio: il giornalista Tizio è titolare di una pensione ex Inpgi e di una pensione relativa a un lavoro da insegnante. Non basta: il giornalista Tizio potrebbe avere anche altri redditi, che in questo caso sono sfuggiti alla tassazione. Il caso riguarda anche chi abbia una doppia pensione Inpgi. A questo punto viene applicata una compensazione Irpef, che riguarderà esclusivamente l’anno 2023.

La motivazione. L’argomento è tecnico, vediamo di tradurlo. In occasione del passaggio dall’Inpgi all’Inps, nel 2022, non sono stati aggiornati i dati del cosiddetto Casellario centrale dei pensionati. Il Casellario, si legge sul sito dell’Inps, “permette agli enti previdenziali e bilaterali di incamerare dati relativi a iscrizioni, aggiornamenti e cancellazioni per la gestione degli elementi riguardanti gli aspetti pensionistici”. In soldoni è la centrale di raccolta e di gestione dei dati. Poiché lo scorso anno – al momento del passaggio – questo allineamento non è avvenuto per motivi che qui non interessano, ecco che è scattato ora il conguaglio Irpef che mette in pari la tassazione dovuta.

La comunicazione Inps. Burocratica, ma tutto sommato chiara. Nell’area riservata di ciascun pensionato cui è stato applicato il conguaglio si comunica che il Casellario “ha provveduto a calcolare le ritenute fiscali per l’anno 2023, tenendo conto dei suoi trattamenti pensionistici e delle detrazioni da lei richieste”.

Che succede ora. A seconda delle singole posizioni, il conguaglio Irpef di novembre dovrebbe avere chiuso la partita. A meno che la pensione non abbia la necessaria capienza. In questo caso, il prelievo proseguirà fino al totale della cifra dovuta. “L’eventuale conguaglio a debito sarà recuperato a partire dalla rata di pensione in pagamento a novembre 2023 fino a dicembre 2023”. Significa che qualora il rateo di pensione mensile non sia sufficientemente capiente per il recupero integrale del suddetto conguaglio si procederà al recupero del residuo debito fino al definitivo saldo.

Il possibile equivoco. Un equivoco potrebbe essere insorto per un altro motivo. Dal mese di ottobre viene detratto dalla pensione l’importo dovuto in seguito al 730/2023 (sui redditi del 2022), nel caso in cui si siano verificati cumuli di reddito che rendano necessario un conguaglio. Questi giornalisti potrebbero essere portati a pensare che le trattenute di cui si parla riguardino anche loro, ma così non è.

Una nota a margine. A nostro avviso la vicenda Irpef di novembre si chiarisce così. Piuttosto va notato che il gruppo di impiegati ex Inpgi trasferiti all’Inps è del tutto insufficiente a seguire le posizioni di tutti i giornalisti italiani, essendo stato ridotto a meno delle dita di una mano. Un sindacato serio – per di più presente negli organi amministratori dell’Inps – si dovrebbe interessare della questione, chiedendo che l’ufficio preposto sia potenziato immediatamente.

6 Commenti "PENSIONI DEI GIORNALISTI, IL CONGUAGLIO DI NOVEMBRE E LA TEMPESTA IN UN BICCHIER D’ACQUA"

  1. Un’ipotesi sul conguaglio misterioso

    La cessata deduzione Casagit
    forse causa del balzo Irpef?

    Forse ho capito finalmente i motivi del balzo Irpef con relativo “conguaglio monstre” nel cedolino di novembre per molti giornalisti pensionati. Potrebbe essere l’uovo di Colombo: con la cessata deduzione del contributo Casagit a partire da gennaio, il reddito da pensione imponibile 2023 aumenterà, infatti, di circa tremila euro, con conseguente salita dell’Irpef (un calcolo con aliquota al 43% significa oltre 1200 euro di imposta in più, che dovrebbe poi essere recuperata l’anno prossimo con la deduzione sulla dichiarazione dei redditi).
    Se l’ipotesi è corretta, due sole note critiche. Inps e Casellario Centrale sapevano di questo cambiamento fin dal 2022, quando l’Inps lo comunicò, dunque la maggior trattenuta poteva essere spalmata su tutte le mensilità, senza provocare interrogativi e allarme. E oggi bastavano due righe di spiegazione chiara da parte dello stesso istituto o di un esperto della Fnsi per evitare tutto questo putiferio.

    • Allo stato delle cose l’Inps non ha fatto riferimento alla deduzione Casagit. Continueremo a monitorare la vicenda.

      • Un articolo di Pierluigi Franz su Giornalistitalia.it ha confermato ieri i miei calcoli: la cessata deduzione Casagit (3,5%) e la rivalutazione delle pensioni nel 2023 (2,5%) hanno “gonfiato” il reddito da pensione dei giornalisti: un incremento di quasi seimila euro per trattamenti di 80-90 mila euro lordi, con relativo balzo dell’Irpef, che il Casellario Pensioni e lo stesso Inps hanno conteggiato soltanto ora, con colpevole ritardo. E temo una coda velenosa anche nella mensilità di dicembre.

  2. Il conguaglio per i calcoli ritardati
    Conferma: Irpef monstre
    anche su dicembre e 13^

    Purtroppo non mi ero sbagliato: dopo il conguaglio monstre di novembre arriva per molti giornalisti pensionati anche la super ritenuta su rateo di dicembre e tredicesima. I cedolini sono già visibili nel sito MyInps: controllando ldopo la segnalazione di un collega ho verificato un incremento di oltre 2 mila euro in più di imposta rispetto al dicembre 2022. Il colpevole ritardo di Inps e Casellario nei conteggi ci regala questa brutta sorpresa di Natale.

  3. Renato Garavaglia | 29 Novembre 2023 ore 8:17 | Rispondi

    Come molti giornalisti pensionati hanno potuto constatare anche sui cedolini di dicembre e sulla tredicesima ci sarà un aumento della trattenuta Irpef. Dunque non si tratta proprio di “una tempesta in un bicchiere d’acqua”. Io tra novembre e dicembre ho pagato in più di IRPEF oltre 3000 euro. Giusto pagare tutte le tasse però se ci avessero avvertiti prima e se l’Inps avesse spalmato la cifra sui dodici mesi sarebbe stato molto meglio. Quindi c’è poco da ridere!

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