ODG LAZIO, BOCCIATA LA PROPOSTA DELLA MINORANZA DI RIDURRE I COMPENSI DEI CONSIGLIERI

Riceviamo e pubblichiamo dai consiglieri di minoranza del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio

“Amico caro, fatti un poco li… affari tua!”. Il motto coniato dall’ex senatore Antonio Razzi sembra tornare di moda tra le mura del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Altro che casa di vetro a tutela della deontologia professionale dei colleghi, l’istituzione che gestisce l’albo professionale dei giornalisti del Lazio si trincera dietro la difesa della privacy nello svolgimento dei propri lavori.

L’Ordine professionale è un ente pubblico e, in quanto tale, dovrebbe informare i colleghi sullo svolgimento del suo operato per la tutela di tutti i colleghi.

Solo per fare un esempio: poco o nulla è trapelato dalle stanze di piazza della Torretta sulla discussione riguardante la vicenda che ha coinvolto la tesoriera dell’Ordine del Lazio, Manuela Biancospino, accusata da una lettera anonima, recapitata a tutti i consiglieri, di aver promosso delle presunte attività commerciali su una linea di borse disegnata dalla stessa tesoriera. Questione finita in seguito al Consiglio di disciplina dell’Abruzzo che ha archiviato il caso ritenendo infondate le accuse.

Altre lettere sulla medesima vicenda, con ulteriori accuse questa volta non anonime, sarebbero arrivate successivamente all’Ordine, secondo quanto riferito al Consiglio dal vicepresidente Roberto Rossi. A detta di Rossi queste ulteriori lettere proverrebbero da un indirizzo inesistente e le accuse sarebbero infondate. In ogni caso le eventuali questioni sollevate da queste lettere sono materia di competenza del Consiglio di disciplina.

L’invito alla massima discrezione e a non rivelare nulla sulle discussioni interne del Consiglio ha riguardato di recente anche altri dibattiti di una certa rilevanza, come quello sulla revisione del regolamento contabile dell’Ordine del Lazio, tema sollevato sin dallo scorso luglio dai consiglieri di minoranza Pietro Suber, Carlo Picozza e Gianni Dragoni. Questi, nella seduta del 28 settembre 2023, hanno presentato una dettagliata proposta di risparmio, riguardante i compensi e le indennità dei componenti del Consiglio.

La proposta è motivata dalla necessità di ridurre i costi in seguito al repentino peggioramento delle condizioni della categoria, dovuto al perdurare di numerose situazioni di crisi e alla chiusura di redazioni e testate giornalistiche con il conseguente minor afflusso di liquidità nelle casse dell’Ordine.

Bisogna sottolineare che la necessità di razionalizzare i costi dell’ente, nell’esclusivo interesse dei colleghi, era stata già approvata in linea di principio più volte all’unanimità dallo stesso Consiglio che, però, ha sempre rimandato, con varie scuse, la discussione nel merito alle sedute successive.

In estrema sintesi: la proposta della minoranza del Consiglio a firma di Suber, Picozza e Dragoni, punta a stabilire un tetto massimo alle spese per i compensi dei consiglieri nella cifra di 94mila euro complessivi lordi all’anno. Facciamo notare che nel 2022 le indennità di carica e di presenza dei consiglieri ammontavano esattamente a 93.723 euro lordi ma, in base alle attuali regole, la spesa avrebbe potuto essere ben più alta.

L’attuale meccanismo degli indennizzi, approvato nel 2022, prevede infatti un compenso fisso mensile per i consiglieri che rivestono cariche, cioè presidente, vicepresidente, segretario/a e tesoriere/a. Per gli altri consiglieri non sono previsti compensi fissi. Il regolamento contabile prevede un gettone di 100 euro lordi per ogni presenza sia alle riunioni del Consiglio (in genere una al mese), sia per la presenza per attività legate alla funzione di consigliere, con un tetto massimo di sette presenze remunerate al mese, compreso il mese di agosto, quando gli uffici dell’Ordine sono per buona parte chiusi per ferie. Questo gettone spetta sia ai consiglieri che rivestono cariche di dirigenza (presidente, vice, ecc.) sia a quelli senza cariche. Inoltre, per i consiglieri provenienti da fuori Roma è previsto, dal regolamento attualmente in vigore, un aumento dell’indennità di presenza di ben il 60%, quindi da 100 a 160 euro al giorno.

Se, per esempio, tutti i consiglieri facessero il massimo di sette presenze remunerate mensili, le spese per compensi e indennizzi dell’Ordine potrebbero superare la soglia dei 132 mila euro annui.

Da qui la nostra proposta di ridurre il tetto delle presenze mensili.

In sostanza questa proposta ha come obiettivo un tetto massimo di spesa e una riduzione potenziale dei costi del 25% e ha l’obiettivo di utilizzare le risorse accantonate (fino a 34 mila euro) per lo sviluppo di attività, dai corsi di formazione all’ assistenza ai colleghi in difficoltà.

Nel dettaglio, la proposta si articola in una riduzione – da 7 a 6 – delle presenze mensili retribuite, evitando il pagamento delle stesse durante il mese di agosto, quindi, con un massimo di 6 presenze retribuite per 11 mesi l’anno. Inoltre, prevede un massimale di spesa per le quattro cariche apicali – presidente, vicepresidente, segretario/a, tesoriere/a – e per il resto dei consiglieri.

Secondo noi l’indennità annuale del presidente, incluse le presenze retribuite, non dovrebbe superare la soglia dei 20 mila euro annui, quella del vicepresidente 15mila e 13 mila euro a testa per tesoriere/a e segretario/a dell’Ordine. Agli altri consiglieri, qualora dovessero raggiungere le 6 presenze al mese (pagate ognuna 100 euro lordi) per 11 mesi, non spetterebbero più di 6.600 euro l’anno come soglia massima.

Va ricordato inoltre che, attualmente, come si può verificare alla sezione Trasparenza sul sito dell’Ordine (nella quale sono pubblicati i compensi individuali percepiti), alcuni consiglieri ricevono compensi ben al di sotto di questo importo.

Infine, abbiamo proposto una spesa più consona con i tempi di crisi che viviamo anche per le indennità di presenza per chi risiede fuori Roma (dagli attuali 160 euro lordi – il 60% in più di coloro che risiedono nella Capitale – a 130 euro).

Ebbene, nonostante si tratti di una proposta di buon senso, con un taglio del massimale di spesa del 25%, la maggioranza dei consiglieri nella seduta del 25 gennaio scorso, con 4 voti contrari contro 3 a favore, ha bocciato la nostra proposta di revisione del regolamento contabile.

L’unica riduzione approvata dalla maggioranza ha riguardato un piccolissimo taglio delle indennità di presenza per chi vive fuori Roma, nell’ordine di qualche decina di euro che porterà a un piccolo risparmio, comunque inferiore ai 4 mila euro annui.

Ribadendo che ci sembra sacrosanto che i colleghi vengano informati in maniera puntuale di quanto accade nell’Ordine e sulle scelte del Consiglio, questo è quanto ci compete scrivere.

I consiglieri di minoranza dell’Ordine dei giornalisti del Lazio
Pietro Suber, Carlo Picozza, Gianni Dragoni

 

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