INPGI, RIFORMA: COME CAMBIANO LE PRESTAZIONI FACOLTATIVE

 

Pensioni di reversibilità, una tantum ai superstiti, ricovero in casa di riposo, assegno di inabilità, e anche l’indennità di disoccupazione: tutto lo welfare dei giornalisti cambia radicalmente o subisce un contraccolpo dalla riforma previdenziale appena varata dal Cda dell’Inpgi.

Secondo stime ufficiose, con questo pacchetto di tagli e cancellazioni delle prestazioni facoltative, l’ente conta di risparmiare oltre cinque milioni di euro l’anno. Vediamo come.

Pensioni ai superstiti – Dal 2017 (e per le pensioni in essere) vengono previsti tagli tra il 25 e il 50 per cento dell’assegno erogato al solo coniuge superstite se quest’ultimo dispone di un proprio reddito personale che vada dai 19.553,83 euro ai 32.589,71. Fino ad oggi le percentuali di abbattimento in funzione del reddito personale (fasce dai 27.785.12 ai 44.456.18 euro) erano dal 15 al 40 per cento. In sostanza questa prestazione, avverte Inpgi, ricalcherà quella già in vigore nel sistema generale. Risparmio stimato, un milione.

 

Assegno temporaneo di inabilità – Abrogato

 

Assegno di superinvalidità – Verrà limitato ai soli titolari di pensione diretta con necessità di assistenza personale permanente, i quali abbiano almeno 20 anni di contributi Inpgi e un reddito personale inferiore ai 38mila euro annui, minimo contrattuale del redattore ordinario. Ovvero la metà del tetto attualmente contemplato, che è di 70.600. Escluso chi percepisce pensione di reversibilità o è titolare di trattamento non contributivo.

 

Una tantum ai superstiti – Cancellata.

 

Ricovero in casa di riposo – Ammessi solo i titolari di pensione diretta con 20 anni di contributi e con un reddito inferiore ai 38mila euro l’anno. Risparmio previsto un milione e 300mila.

 

Indennità di disoccupazione – Per i dipendenti di aziende in crisi, fallite o in liquidazione resta la contribuzione figurativa relativa ai primi 12 mesi di disoccupazione. Ma viene cancellata la maggiore contribuzione figurativa per i giornalisti che cessino il loro rapporto di lavoro con aziende in crisi. Misura prevista per contenere la crescita del costo legato alla riserva matematica. L’indennità di disoccupazione si riduce a partire dal settimo mese fino ad un massimo del 50 per cento. Per i primi sei mesi dunque assegno intero, poi riduzione del 5 per cento mensile dal settimo mese al quindicesimo; e taglio del 50 per cento dal sedicesimo al completamento dei due anni. Con queste correzioni il risparmio previsto è di un milione e 800mila euro.

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