CASAGIT, PRIMO RISULTATO SULLA PARITA’ DI GENERE: AL VIA IL GRUPPO DI STUDIO. ORA LE DECISIONI

di Rossella Lama *

Un piccolo passo avanti lo abbiamo fatto. L’assemblea dei delegati di Casagit ha dato il via alla proposta del consiglio di amministrazione di costituire un gruppo di lavoro sulla rappresentanza di genere al vertice della cassa. Il gruppo di lavoro dovrà presentare entro il 31 dicembre 2015 una sua proposta al consiglio di amministrazione che a sua volta porterà il tema all’assemblea nazionale dei delegati prima della scadenza di questo mandato.

Insomma si comincia a parlare della necessità di introdurre un meccanismo di voto che favorisca la presenza femminile nel consiglio di amministrazione, dove oggi, su 11 membri, le donne sono solamente 2. Un evidente squilibrio, tanto più insensato se si considera che le donne iscritte alla Casagit sono più numerose degli uomini, e che Casagit si sta orientando verso una medicina di genere perché uomini e donne rispondono alle terapie in maniera differente. La Cassa deve tenerne conto.
A gennaio il cda deciderà la composizione di questo gruppo di lavoro.

Noi di Puntoeacapo, Corrado Chiominto ed io che ne facciamo parte e rappresentiamo la minoranza, abbiamo anche cercato di ottenere che venisse chiamato «commissione», e non gruppo di lavoro, per dargli la dignità che si merita visto che deve studiare la riforma dello statuto. E perché anche i “titoli” come ben sappiamo essendo giornalisti, hanno la loro importanza. Ma non c’è stato verso. Abbiamo ottenuto che si mettesse una data di fine lavori. Avevamo molto insistito su questo punto, temendo logiche dilatorie. Anche se le novità riguarderanno le prossime elezioni e abbiamo davanti quattro anni, è bene arrivare in anticipo pronti all’appuntamento.

Il presidente Daniele Cerrato ha assicurato in assemblea che il gruppo di lavoro sarà rappresentativo dei diversi orientamenti dei delegati sul tema del riequilibrio di genere. Nonostante la delibera sia stata approvata con 7 astensioni su 68 votanti e nessun no, il dibattito ha reso evidente che da parte di alcuni esistono forti resistenze ad abbandonare la strada vecchia per una nuova.

Anche qualche delegata donna ha sostenuto di non vedere nessuna necessità di cambiare le cose, dicendo che quello che conta è il merito ed eventuali quote rosa negherebbero questo principio. E’ la solita critica, alla quale però è facile rispondere. L’assemblea nazionale di Casagit composta da 80 persone di cui 27 donne, più di 1 su tre. A ben guardare, se fosse davvero il merito ciò che porta avanti, il consiglio di amministrazione dovrebbe essere più rosa, anche solo per fotografare correttamente questa percentuale. A meno che non si considerino le delegate meno preparate dei loro colleghi.

La partita è appena cominciata, ed è tutta da giocare, siamo solo all’inizio ma già arrivare fin qui non è stata cosa facile. Incredibile ma vero. E’ una battaglia di democrazia, ci crediamo e cercheremo di portare a casa un buon risultato. Possibilmente non in tempi biblici.

* Cda Casagit, esponente di Puntoeacapo

 

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*