UN CONTRATTO DA EVITARE, L’OBOLO PER L’INPGI NON VALE QUELLO CHE RISCHIAMO DI PERDERE

I nemici di un rinnovo dignitoso del contratto di lavoro hanno detto a lungo: questo contratto si fa per l’Inpgi.

Con ciò volendo sottolineare che il sindacato era costretto a venire in soccorso dell’Istituto di previdenza dei giornalisti costretto negli ultimi cinque anni a sborsare oltre 100 milioni di euro in ammortizzatori sociali per far fronte alle situazioni di crisi (talora disinvolte) di aziende editoriali che hanno fatto ricorso massiccio ai contratti di solidarietà e alla cassa integrazione.
L’ipotesi su cui la Fnsi sta trattando con la Fieg è in questo senso deludente o quantomeno insufficiente a fronte delle garanzie che si andrebbero a toccare: si parla di un aumento dell’1-1,5 per cento dei contributi da parte degli editori, ma solo per i prossimi tre anni. Pensiamo che l’aumento di un punto della contribuzione vale per l’Inpgi non più di 6 milioni di euro. E che solo per quest’anno si stima un ricorso ad ammortizzatori per una trentina di milioni.
Ben altro, insomma, ci vorrebbe per definire “contratto per l’inpgi” quello che presto potrebbe vedere la luce.

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