ENTI PREVIDENZIALI, UN PATRIMONIO DA 170 MILIARDI. CONTROLLI VERI PER TUTELARE LE PRESTAZIONI FUTURE

di Gianni Dragoni *

Abbiamo visto in un altro articolo che cosa si muove nel panorama degli enti previdenziali privatizzat: una risoluzione di venti deputati del Pd chiede di ridisegnare l’intero settore. Vediamo ora che cosa prevede il documento a proposito della tutela del patrimonio e del sistema dei controlli.

PATRIMONIO. Il risparmio previdenziale degli enti, pari nel complesso a un volume di investimenti di circa 170 miliardi di euro, deve essere oggetto di “controlli finalizzati a garantire la solidità finanziaria degli enti proprietari delle attività”, considerato che “deve garantire un rendimento certo e adeguato al mantenimento di prestazioni previdenziali”, e deve essere tutelato come le altre forme di risparmio. Si tratta di attuare una gestione specializzata e trasparente del patrimonio, compresi gli immobili, superando metodi artigianali e opacità.
CONTROLLI. Il sistema dei controlli è insoddisfacente, sottolinea la risoluzione Di Salvo. Viene rimarcata “l’estrema complessità e frammentazione dei controlli”, causata da due fattori: la pluralità di soggetti chiamati a vigilare (ministero dell’Economia e finanze, ministero del Lavoro e altri ministeri competenti, Covip, Corte dei conti); la divaricazione tra i poteri di vigilanza esercitati dalla Covip e i poteri sanzionatori attribuiti al comparto ministeriale. La risoluzione sostiene che i controlli vanno snelliti e semplificati, in modo da rafforzarli. Si chiede che i controlli pubblici siano affidati ad un unico organismo specializzato, in possesso di elevate competenze di carattere finanziario, e che questo organo di vigilanza possa irrogare con tempestività sanzioni in caso di inadempienze.
CONCLUSIONI. La risoluzione Di Salvo chiede un impegno al governo per la redazione di un testo unificato per il settore degli enti di previdenza privata, che faccia una revisione e aggiornamento dei decreti legislativi del 1994 e 1996 e delle norme contenute in altri provvedimenti. La risoluzione, un atto di indirizzo non vincolante per il governo, è in corso di esame alla commissione Lavoro della Camera.
Il documento ricorda cosa accadrebbe agli enti di previdenza se la gestione non si risana e c’è un disavanzo economico-finanziario: con decreto del ministro del Lavoro, di concerto con i ministri competenti, può essere nominato un commissario straordinario, “il quale adotta i provvedimenti necessari per il riequilibrio della gestione”. Se il disavanzo persiste, dopo tre anni può essere nominato un commissario liquidatore. Un richiamo che, considerando la situazione dell’Inpgi più volte segnalata da Puntoeacapo, suona come ulteriore campanello d’allarme.

(2 – fine)

* Consigliere generale Inpgi per Inpgi Futuro

 

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