INPGI, IL LENTO ADDIO AL CDA NON TAGLIERÀ I SUPER-COMPENSI. IMMINENTE LA RATA DELLA EX FISSA

di Paola Cascella*

C’è una prorogatio all’orizzonte per il vecchio ente di previdenza dei giornalisti italiani, o di quel che ne resta. Malgrado Inpgi sia confluito in Inps da quasi 18 mesi, la governance di via Nizza resterà saldamente al comando oltre la data del suo mandato che scade a febbraio 2024.

Una proroga fino a primavera inoltrata, o addirittura fino alla fine del 2024, probabilmente, sempre che per allora si arrivi alle elezioni, la cui convocazione dipende dall’approvazione del nuovo statuto da parte dei ministeri vigilanti.

Ma c’è di più. E questo, dati i tempi, con i giornalisti pagati un euro e mezzo al pezzo, è davvero l’aspetto più vergognoso. Si tratterà di una prorogatio milionaria che farà spendere a Inpgi fior di quattrini. Proprio così, perché, nonostante il core business dell’istituto (la massa degli iscritti all’ex Inpgi 1) sia passata all’ Inps, i vecchi vertici che continuano e continueranno a governare la platea dimezzata dei soli giornalisti ex Inpgi 2 (46mila colleghi invece di circa 15mila ex Inpgi 1) non hanno rinunciato neppure a un euro del proprio ricco stipendio.

Nessun taglio deciso in autonomia, nessun sussulto di dignità, neppure dopo le ripetute sollecitazioni delle opposizioni del Consiglio generale, prima fra tutte Inpgi futuro. L’indennità d’oro della presidente Marina Macelloni (circa 235mila euro l’anno) per esempio resta tale. E anche quella della direttrice generale Mimma Iorio: circa 231mila; e del vicepresidente Giuseppe Gulletta: 32mila. E così via…

Ma il lavoro non si è radicalmente ridimensionato dall’estate 2022? Macché. “Gli emolumenti sono già stati tagliati nel 2021 – si difende Macelloni – Il Cda lavora allo stesso modo. Io lavoro lo stesso numero di ore e con lo stesso carico di responsabilità”. Ed evidentemente poco importa che a fronte di tutto ciò, ha riconosciuto la stessa Macelloni il 15 novembre di fronte al Consiglio generale chiamato ad approvare il bilancio (38 si, 16 no) redditi e pensioni di giornalisti autonomi e co.co.co. iscritti all’ex Inpgi 2, ora solo Inpgi, siano per lo più gravemente inadeguati.

Via Nizza non conosce rossore. C’è solo da sperare che il nuovo statuto licenziato dal commissario Paolo Reboani ormai da mesi, arrivi il più presto possibile al traguardo dell’approvazione dei ministeri. “Auspico che la vicenda del nuovo statuto si concluda entro il prossimo anno”, ha detto Reboani. E ci mancherebbe che si andasse oltre.

Intanto sempre dal Consiglio generale almeno una buona notizia: è imminente la minirata dell’ex fissa. I soliti 3mila euro lordi arriveranno entro la fine di novembre ai colleghi in attesa, alcuni in pensione dal 2010.

* Consigliera generale per Inpgi Futuro

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