INPGI, CUMULO GRATUITO: ECCO L’INTERPRETAZIONE AUTENTICA DELLE NOVITA’

 

Gli uomini devono aver versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi in diverse gestioni previdenziali, le donne 41 anni e 10 mesi, per avere la pensione di anzianità con l’applicazione del cumulo gratuito previsto dalla legge di stabilità per il 2017, approvata definitivamente la scorsa settimana, in vigore dall’inizio dell’anno prossimo.

Lo ha precisato l’Inpgi, con una nota di spiegazioni sulla nuova norma.
Pertanto è confermato che per l’applicazione del cumulo gratuito, ai fini della pensione di anzianità, detta anche “pensione di vecchiaia anticipata” perché si può ottenere prima del compimento dell’età della pensione di vecchiaia, non bastano 40 anni di versamenti sotto varie gestioni, ma si applica il requisito più elevato della legge Fornero.

Inpgi Futuro, con un intervento sul sito Puntoeacapo l’11 dicembre, aveva sollecitato l’Istituto dei giornalisti a dare chiarimenti ufficiali per evitare confusione, incertezze o errori, perché erano circolate diverse interpretazioni. Nella nota (scaricabile dal sito dell’Inpgi) la presidente, Marina Macelloni, dice che la norma della legge di stabilità è “una misura che l’Inpgi chiedeva fin dal 2008 per poter tutelare tutti i colleghi con contribuzioni maturate presso l’Enpals, l’Inpdap o l’Inpgi 2 che finora non erano compresi nella legge Vigorelli che assicura il cumulo gratuito solo per le contribuzioni Inpgi e Inps. Il provvedimento non comporta oneri aggiuntivi per l’Inpgi né delibere di attuazione da parte del consiglio di amministrazione”.

La nota dell’Istituto precisa che il cumulo gratuito era stato introdotto nel 2013 per le pensioni di vecchiaia, per i lavoratori dipendenti iscritti all’Inps (tutte le gestioni, comprese ex Enpals ed ex Inpdap) e all’Inpgi 1. Nella legge di stabilità per il 2017 “il governo ha inizialmente proposto soltanto l’estensione del cumulo gratuito alle pensioni di anzianità”, ma un emendamento approvato in Parlamento “ha ampliato il campo di applicazione anche ai regimi previdenziali per i liberi professionisti. Sono ora ricomprese, quindi, anche la gestione separata Inpgi e tutte le altre casse dei liberi professionisti”, dice l’Istituto.
Pertanto, dal 2017 si potrà richiedere la pensione di anzianità senza dover fare la ricongiunzione onerosa dei contributi, se dalla somma dei diversi periodi contributivi versati in enti diversi risulti raggiunto il requisito di 42 anni e 10 mesi (uomini) o 41 anni e 10 mesi (donne). Naturalmente, come già avviene per il calcolo delle pensione, i versamenti devono essere in periodi non coincidenti. Per esempio se in uno stesso anno ci fossero stati versamenti sia a Inpgi 1 (lavoratore dipendente) sia a Inpgi 2 (collaborazioni con partita Iva) questo verrebbe considerato come un solo anno.

Vediamo alcuni esempi contenuti nella nota dell’Inpgi, riferiti a situazioni maturate entro il 31 dicembre 2016.

Un lavoratore che abbia 10 anni di contributi Inps, 15 nell’ex Inpdap, altri 13 anni all’Inpgi 1 e altri 5 anni all’Inpgi 2 (o in un’altra Cassa autonoma), totalizzando 43 anni di contribuzione, potrà richiedere all’ente nel quale risulta da ultimo iscritto la liquidazione di una pensione mediante cumulo gratuito. Ogni gestione calcolerà la quota di propria competenza. Il pagamento delle singole quote di pensione sarà effettuato unicamente dall’Inps, come se fosse un’unica pensione. E l’Inps verrà rimborsato dagli altri enti per le loro quote.

Secondo esempio. Un giornalista che abbia versato 6 anni all’Inps, 17 anni ex Enpals, 16 anni di Inpgi 1: totale 39 anni. In questo caso il giornalista non avendo maturato i requisiti previsti nel sistema generale, cioè i 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi le donne) della legge Fornero, potrà avere la pensione di anzianità solo con una ricongiunzione a pagamento dei pagamenti versati in gestioni diverse dall’Inpgi. In questo caso il cumulo gratuito non ha effetti. Rimane il diritto alla pensione di vecchiaia al compimento dell’età prevista (oggi 65 anni o 62 anni per le donne; l’età salirà gradualmente a 66 anni e 7 mesi per tutti con la riforma approvata dal cda dell’Inpgi, che attende ancora l’approvazione dei ministeri el Lavoro e dell’Economia).

Ci fermiamo qui, perché le situazioni possono essere molto diverse. Diversi altri esempi sono contenuti nella nota pubblicata sul sito dell’Inpgi. E se questa non basta, “gli uffici come sempre sono a disposizione di tutti i colleghi per ulteriori spiegazioni”, ha detto la presidente Macelloni. Era quello che Inpgi Futuro chiedeva, nell’interesse di tutti i giornalisti. (Gianni Dragoni)

 

 

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