INPGI, TRAMONTA L’OPZIONE COMUNICATORI PRIVATI. IL GOVERNO PRESENTA IL CONTO AI GIORNALISTI

di Paola Cascella *

Il re è nudo. L’immagine ora è chiarissima in tutta la sua crudezza. Il governo è uscito allo scoperto, e ha presentato il conto all’Inpgi, spazzando via ogni illusione di salvataggio attraverso la via, l’unica, finora indicata dal vertici dell’Istituto, ovvero l’ampliamento della platea contributiva con l’ingresso dei comunicatori.

La ricetta governativa è amarissima: revisione delle pensioni di anzianità, retrodatazione (probabilmente al 2007) del sistema contributivo per i colleghi dipendenti in attività, un nuovo contributo di solidarietà per le pensioni in essere (sul quale la Corte Costituzionale si è già espressa negativamente), unificazione di Inpgi 1 e Inpgi 2 , molto difficile sul piano tecnico-normativo e comunque assai discutibile su quello morale, taglio dei costi di struttura dell’ente.

I comunicatori che potranno transitare dall’Inps a via Nizza sono in ipotesi soltanto quelli pubblici (circa 5500) e soltanto nel 2023, essendo ancora in ballo il rinnovo del contratto della Funzione pubblica, ha detto la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, portando nelle nostre casse 56 milioni, una cifra evidentemente insufficiente a mettere in sicurezza i conti, ma neppure lontanamente in grado di compensare il rosso più rosso di sempre di oltre 250 milioni previsto per il 2021. Un emendamento della maggioranza consentirebbe di portare a carico dello Stato una trentina di milioni di ammortizzatori e oneri sociali.

Finiti i sogni, dunque, finite le ostinate illusioni di una maggioranza incapace di studiare un Piano B, come chiedeva Inpgi Futuro che, pur sostenendo l’ipotesi comunicatori, ha a lungo indicato proposte alternative, come un battaglia per il ritorno dell’Inpgi a uno status ante-privatizzazione, mai prese in considerazione dai vertici Inpgi.

L’irrigidimento del governo che si era già annunciato a inizio settembre, si è manifestato con chiarezza il 5 dicembre scorso durante un confronto assai teso, provocando una presa di posizione e un documento di protesta dei consiglieri di amministrazione Inpgi di maggioranza.

Da parte sua l’opposizione seduta in Cda ha reagito con un appello alle istituzioni che ha coinvolto anche i consiglieri generali “che non si riconoscono nella maggioranza”. Il 9 dicembre il sottosegretario Andrea Martella ha specificato i termini della “medicina” proposta, anzi imposta, all’Istituto, in cambio di qualche mese di rinvio del commissariamento, che altrimenti dovrebbe scattare il 31 dicembre.

Altra riunione si è svolta martedì 15 dicembre, ma a quanto pare solo interlocutoria, le parti si rincontreranno lunedì. L’impressione è che il governo, stabilita la scaletta, la direzione e la cornice in cui inserire i tagli, voglia lasciare nelle mani dell’Istituto la valutazione delle misure da adottare. In parole povere: i tagli vanno fatti, decidete come e quali fare.

* Consigliera generale per Inpgi Futuro

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