INPGI, LE IPOTESI DI INTERVENTO LACRIME E SANGUE SULLE PRESTAZIONI DI GIORNALISTI ATTIVI E PENSIONATI

di Paola Cascella *

La strenna di Capodanno, o meglio, il pacco per i giornalisti nelle redazioni e per quelli che hanno lasciato il lavoro, nessuno escluso, è pronto. E’ una bozza di tagli, una mazzata pesantissima, una nuova riforma lacrime e sangue, che, senza salvare il nostro Istituto di previdenza, penalizzerà, se verrà approvata, l’intera categoria e le famiglie dei colleghi.

Per ora solo un piano di ipotesi elaborate dalla Direzione generale su richiesta della presidente Marina Macelloni, che è stato reso noto ai consiglieri di amministrazione in un incontro informale, precedente il Cda.

Il “Progetto tecnico di stima dell’impatto economico delle misure indicate dal Consiglio di amministrazione nella riunione del 26 novembre 2020”, questo il nome, ipotizza misure che vanno persino oltre le dure richieste dettate dal governo in cambio del rinvio di sei mesi del commissariamento, proponendo tagli, nuovi contributi, prelievi forzosi, e fusione della gestione Inpgi 1 e Inpgi 2, con alcune voci dai probabili profili di incostituzionalità.

Solo all’ultimo capoverso dell’ultima di otto paginette, al capoverso “interventi di riduzione dei costi di struttura”, il documento parla di tagli, di un risicato 5 per cento, ai compensi della governance e al contributo alle associazioni stampa (intoccato quello alla Fnsi).

Contributo straordinario per iscritti e aziende

Per un periodo determinato (tre, cinque o dieci anni) tre ipotesi: 1 – un contributo dell’1 per cento a carico del datore di lavoro (gettito stimato 10 milioni l’anno). 2 – 0,50 per cento a carico del giornalista (5 milioni l’anno), oppure 3 – sempre a carico del giornalista 5 euro mensili (900.000 euro l’anno).

Retrodatazione del sistema contributivo

L’ipotesi prevede la retrodatazione del sistema di calcolo contributivo al 2007 (l’applicazione attuale parte dal 2017). Con un risparmio medio pro capite di circa 4.500 euro e un effetto moltiplicatore negli anni per ogni nuovo pensionato. Se l’introduzione del sistema contributivo venisse retrodatato al 2012, ipotizza il piano Inpgi, il risparmio medio annuo per ogni pensionato sarebbe di 2.300 euro.

Revisione del limite di reddito cumulabile con la pensione

Ora le pensioni di anzianità possono essere cumulate con il reddito da lavoro dipendente e autonomo fino al limite massimo di 22.000 euro. La quota di reddito eccedente questo limite non è cumulabile fino a concorrenza del 50 per cento della pensione, al netto della quota cumulabile. Secondo l’ipotesi dell’Inpgi si potrebbe eliminare proprio la frase “al netto della quota cumulabile”, aumentando così il risparmio per la nostra cassa previdenziale.

Reversibilità allineata al sistema generale

Inpgi eroga ai superstiti circa 150 pensioni di importo medio lordo di 65.500 euro. Si ipotizza di applicare l’aliquota generale del 60 per cento, invece che del 75 per cento. Considerando che parte delle pensioni è ridotta per il cumulo col reddito personale del coniuge sopravvissuto, il risparmio per l’Istituto sarebbe di un milione nel 2021, due milioni nel 2022, tre nel 2023.

Pensione di anzianità: per i requisiti allineamento alla Legge Fornero

Sono circa 100 le pensioni di anzianità erogate attualmente da Inpgi, delle quali quasi tutte con requisiti inferiori a quelli prevista dalla Legge Fornero. Si pensa di differire i pensionamenti di circa due anni, restando i giornalisti in servizio. Risparmio immediato previsto, circa 10 milioni.

Eliminazione delle prestazioni integrative

E’ un capitolo bieco che l’Istituto affronta quasi a titolo informativo, ma avvertendo che se vuole può procedere, anche senza nessuna modifica regolamentare, sospendendo gli assegni di superinvalidità (risparmio circa un milione l’anno), i ricoveri in case di riposo, i sussidi.

Eliminazione dell’una tantum

Si ipotizza di cancellare la possibilità per il giornalista di vedersi restituita la somma dei contributi versati, qualora al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia non abbia almeno 20 anni di contributi tra Inpgi e altre gestioni previdenziali. Risparmio annuo 350.000 euro.

Disoccupazione, applicazione dei massimali Inps

Nel sistema generale l’indennità massima di disoccupazione mensile è di 1335 euro. All’Inpgi di circa 1690. Si ipotizza l’adeguamento all’Inps con un periodo di copertura figurativa a tutto il biennio. Ora è di un anno. Risparmio 3.800.000 annui.

Fiscalizzazione degli oneri degli ammortizzatori sociali

Tra disoccupazione, Cigs e contribuzione figurativi, nel 2019 Inpgi ha speso circa 30,8 milioni. Ricevendo dalle apposite aliquote contributive che sono a carico del datore di lavoro entrate contributive per 24 milioni. La bozza prevede un intervento normativo col quale il disavanzo di 6,5 milioni potrebbe essere posto a carico dello Stato. Con modifiche annuali in base alla situazione.

Contributo di solidarietà sulle pensioni in essere

Un nuovo contributo di solidarietà, anzi un nuovo prelievo forzoso sulle pensioni, per la durata di tre anni. Ma questa volta solo su quelle superiori ai 100.000 euro lordi. D’altra parte la Corte Costituzionale ha stabilito che il vecchio contributo di solidarietà, così come fu fatto, sempre per tre anni, dal 2016 alle pensioni dai 39.000 euro in su, non è reiterabile. Risparmio previsto, 4,5 milioni l’anno.

Unificazione patrimoniale della Gestione principale e della Gestione separata

Ecco l’operazione più disinvolta e moralmente discutibile della bozza programmatica. Col benestare del legislatore, avverte Inpgi, si potrebbero fondere i patrimoni delle due Gestioni, con la redazione di un unico bilancio, che godrebbe dell’avanzo di Inpgi 2 (circa 50 milioni). Cifre destinate solo a migliorare nel tempo, dice il piano, visto il continuo ampliarsi della platea contributiva. Ma non basta. Si ipotizza di adeguare le aliquote contributive degli iscritti con un sostanziale allineamento alla Gestione separata Inps.

Riduzione dei costi di struttura

E’ l’ultimo capitolo, evidentemente il più doloroso per la nomenklatura, sul quale tante volte Inpgi Futuro ha speso parole inascoltate. Si parte, udite, udite, dal personale col blocco degli straordinari (risparmio 80.000 euro) e con un assurdo contributo di solidarietà dello 0,5 per cento (risparmio 56.000 euro annuo) o di 5 euro al mese (11.200). Infine, ma proprio infine, alle ultime quattro righe, ecco gli “interventi di riduzione del 5 per cento” degli altri costi di struttura: spese legali (risparmio 190.000); e finalmente gli organi collegiali, ovvero la governance Inpgi, presidente compresa, con un risparmio di 60.000 euro; e i contributi alle associazioni stampa (risparmio 125.000). Intoccato, invece, il contributo alla Fnsi.

* Consigliera generale per Inpgi Futuro

2 Commenti "INPGI, LE IPOTESI DI INTERVENTO LACRIME E SANGUE SULLE PRESTAZIONI DI GIORNALISTI ATTIVI E PENSIONATI"

  1. Giuseppe Cipriani | 3 Gennaio 2021 ore 12:11 | Rispondi

    Chiedo: come è possibile che una bozza di ipotesi, immagino a solo uso interno di analisi preliminare, sia trapelata come fosse cosa decisa? Fatti come questo destabilizzano in primis i poveri colleghi al di fuori dei giochi del tavolo delle decisioni, che rischiano di non ci capirci più nulla. Rivolgo una preghiera a tutti i consiglieri Inpgi: meno beghe e più fatti concreti. A cominciare dalle prime proposte che possano rendere allettante per i presunti comunicatori l’ingresso in Inpgi. Se non si arriverà a quello, il destino sarà quello di un’agonia annunciata che penalizzerà ancora le vere vittime di tutta la faccenda: quelli come me che continuano a vedersi spostato il traguardo pensione che dal 2016 in un botto si è incrementato di 5 anni e ancora parrebbe non sia finita… A questo punto rischiano di diventare una benedizione i 42 e 10 mesi della Fornero + 3 mesi di finestra = 43 anni e 1 mese, quando fino al 31 dicembre 2016 bastavano 40 anni… Meditino i pensionati che ne hanno goduto!!!

  2. Chiedo la parola affinchè qualcuno possa far sentire la sua parola più forte a favore di noi figli di un Inpgi minore. Sono un fotografo freelance di viaggi e turismo e verso i contributi da 30 anni all’Inpgi 2. Lancio questo messaggio per mettere in evidenza la disparità abissale, di trattamento mediatico in atto tra l’Inpgi dei garantiti professionisti e l’Inpgi 2 dei colleghi più deboli, senza nessuna tutela, chiamati solo a versare quel poco che possono per la loro minimini pensione futura, con i redditi ormai ridotti al lumicino, oltre a versare all’ ente il 4% per ogni fattura emessa.E intanto al 5° decreto ristori nessuno si è accorto che nulla ci è stato dato e nessuno dei nostri colleghi ha scritto qualche articolo su questo scempio, ristori che sono stati dati a chef piagnucolanti, benzinai scioperanti, tassisti e discoteche, sexshop e pasticcerie, nulla, ma ora che si sentono toccati sul vivo è iniziato il cannoneggiamento con articoli giornalieri, appelli al Presidente della Repubblica, tavoli d’incontro con i vari ministri, per noi freelance il silenzio assoluto. Si sente poi,troppo parlare di questa ipotesi assolutamente ingiusta e sciagurata, di un possibile accorpamento della nostra Inpgi 2 in attivo di 35 milioni, con quella dell’agonizzante Inpgi con un buco da 235 milioni. Avviso a tutti i figli minori dell’Inpgi2: che non si permettano di fare una cosa del genere, erodere il nostro gruzzoletto, di quelli deboli e senza tutela, al contrario dei colleghi garantiti Inpgi, tutelati, giustamente, con contratti di solidarietà, tfr in caso di fallimento di un editore, cassa integrazione, disoccupazione, contributi figurativi da dare sulle pensioni di numerosi giornalisti eletti deputati, senatori, parlamentari europei, sindaci di grandi città, consiglieri e governatori di regione. Vorrebbe dire per noi INPGI2 essere trascinati nel baratro. Chiedo troppo.
    Vittorio Giannella
    fotografo freelance INPGI 2

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