ATTACCO ALLE PENSIONI, BALZONI (EX USIGRAI): MIOPIA SU UNA CRISI SENZA PRECEDENTI, DOVEROSO FIRMARE L’APPELLO A MATTARELLA

di Stefania Conti *

“Da dieci anni mi sono allontanato dal sindacato, ma firmare questo appello mi è sembrato doveroso perché la situazione è grave e ritengo giusto far sentire la nostra voce”.

A parlare è Giorgio Balzoni, giornalista e scrittore (ha scritto di recente “Aldo Moro – Il professore”, da cui è stata tratta una fiction per la Rai), nonché segretario dell’Usigrai dal 1993 al 1996.

“Non so come se ne uscirà”, prosegue, “ma l’importante è tenere questa questione aperta, con i riflettori puntati perché – ripeto – la situazione è grave come prima non è mai stata. Ho la sensazione che i vertici dell’Inpgi, non solo quelli di oggi, ma anche quelli degli ultimi tempi, non abbiano avuto lungimiranza, non siano stati capaci di guardare al futuro e a come far fronte alla crisi che ci ha investito”.

Giorgio Balzoni, ex segretario dell’Usigrai

Da che cosa trai questa sensazione?

“Beh, ho avuto rapporti diretti con dirigenti che chiaramente non si rendevano conto di cosa stava accadendo”.

Cioè? Spiegati meglio.

“Ti faccio un esempio. Oltre a essere stato segretario dell’Usigrai, ho lavorato con il sindacato inquilini dell’Inpgi. Anche io, come tanti colleghi, avevo una casa Inpgi in affitto e quando è arrivata la vendita degli immobili ci siamo mobilitati per ottenere dei prezzi decenti. Sono rimasto basito dall’atteggiamento della presidente Macelloni e della direttrice generale Iorio: chiusura totale. I prezzi sono questi e basta, non si discute. Ma si tratta così? Il risultato è stato che io e tanti, tanti altri colleghi ci siamo comprati una casa non Inpgi a prezzi più accessibili, ce ne siamo andati. Con una chiusura così totale, la reazione è stata che abbiamo portato da un’altra parte i nostri soldi, che dunque non sono arrivati all’Istituto. Si gestisce così un patrimonio? Soprattutto quando hai bisogno di soldi? Se hanno avuto lo stesso atteggiamento col resto dell’Inpgi…”.

Non su tutto c’è stata questa rigida chiusura.

“Ti riferisci alle false crisi editoriali dal 2009 in poi? Certo, si doveva controllare meglio. Lo doveva fare il sindacato, lo doveva fare l’Inpgi. Gli editori, non hanno ristrutturato, hanno forzato i termini della situazione per ammodernare gli impianti e noi abbiamo pagato”.

Che cosa si può fare adesso?

“Penso che il governo non possa rimanere fuori da questa vicenda. Deve fare la sua parte. Quello di oggi e quelli precedenti c’entrano, eccome se c’entrano, con la nostra situazione. Se hanno coperto le false crisi dei giornali, oggi devono come si suol dire ‘pagare il conto’. E questo all’Inpgi dovevano tenerlo presente fin dall’inizio”.

Facile a dirsi, senonché c’è almeno una parte della maggioranza di governo che vorrebbe vedere i giornalisti, non dico morti, ma quasi.

“Gli interlocutori non te li scegli, ma te li devi costruire, ci devi lavorare sopra. Ti faccio un esempio. Quando io ho lasciato l’Usigrai, c’era il secondo governo Berlusconi. E io consigliai al mio successore, Roberto Natale, che per quanto riguardava il contratto Rai doveva subito instaurare rapporti con Storace, perché era stato nella commissione di vigilanza e avrebbe capito meglio i nostri problemi. ‘Sarà lui il tuo interlocutore – gli dissi – non te lo puoi scegliere, ma è con lui che devi trovare una strada’. Credo che questo consiglio valga anche oggi”.

Se nessun tentativo servisse a mettere in sicurezza l’Inpgi, come giudicheresti la garanzia pubblica delle prestazioni?

“Io dico che pregiudiziale è la difesa dell’Inpgi in tutti i modi. Poi certamente l’ipotesi Inpdai, però da approfondire, può essere una via d’uscita”.

* Comitato “Salviamo la previdenza dei giornalisti”

1 Commento "ATTACCO ALLE PENSIONI, BALZONI (EX USIGRAI): MIOPIA SU UNA CRISI SENZA PRECEDENTI, DOVEROSO FIRMARE L’APPELLO A MATTARELLA"

  1. La verità è anche che ai giornalisti, negli uffici stampa così come nelle testate digitali o cartacee, viene oggi purtroppo imposto di agire come finti autonomi, a differenza della stragrande maggioranza dei lavoratori, intellettuali o manuali, che vengono regolarmente assunti con versamento dell’obbligatoria contribuzione INPS e INAIL.

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