INPGI, COME DA UN CAPPELLO A CILINDRO VIENE FUORI IL SECONDO APPARTAMENTO ACQUISTATO DAL SOTTOSEGRETARIO FRENI

di Alessandra Spitz *

Emergono ancora sorprese nel caso della vendita degli Immobili ex Inpgi all’avvocato Federico Freni, attuale sottosegretario leghista all’Economia.

L’ex consulente dell’Inpgi e anche a suo tempo affittuario dell’Istituto non ha acquistato ai Parioli (una delle zone più esclusive di Roma) un solo appartamento già Inpgi, come si è detto sinora, ma ne ha comprati due.

Si tratta di due unità adiacenti tra loro che sono state comprate con due distinti atti notarili a distanza di un anno e mezzo l’uno dall’altro, tra il 2018 e il 2019.

Questi immobili sono poi stati fusi in un unico grande appartamento a piano terra di 223 metri quadri, dotato di grande terrazza di 142 metri quadri e di una annessa corte esclusiva, corredati anche di cantina ed autorimessa di 22 mq.

Gli atti notarili, registrati in Conservatoria e pubblici, confermano all’articolo 12 ciò che in pratica già era emerso e cioè che le spese relative all’atto stesso (onorario del notaio, imposte di registro, catastali ed ipotecarie) non sono state a carico della parte acquirente, come avviene sempre nei contratti di compravendita immobiliare, ma a carico del venditore e cioè della SGR Giovanni Amendola, all’epoca di proprietà al 100% dell’Inpgi e ora posseduta dall’Inps.

Leggendo il testo degli atti emerge che in entrambi i casi le parti “convengono e dichiarano di essersi avvalse della mediazione della ‘Immobiliare Capitolina Srl’ con sede in Roma largo Oreste Giorgi 9 (…), alla quale sarà corrisposto dalla parte venditrice l’importo della mediazione, mentre la parte acquirente non ha versato alcuna somma per espresso accordo tra le parti”.

L’importo della mediazione, si legge negli atti, è stato di 12.099,75 euro nel caso del primo appartamento acquistato ( il più grande dei due di circa 150 mq) e di 14.445,11 euro nel caso del secondo appartamento ( di circa 70 mq.). Dunque, non si sa bene perché, è costata di più la mediazione relativa al secondo appartamento, di dimensioni sensibilmente inferiori.

La lettura degli atti notarili fa emergere una nuova serie di considerazioni e di domande da porre ai vertici dell’Inpgi.

  1. Per quale motivo l’Inpgi, proprietario al cento per cento del Fondo Giovanni Amendola, pur avendo stabilito le linee guida cui si sarebbe dovuta attenere Investire Sgr, ha permesso la totale autonomia della stessa Sgr nell’abbonare a Freni le spese notarili oltre ai costi di mediazione?
  2. Nel caso del secondo appartamento, di cui Freni non era affittuario, perché le commissioni di mediazione sono più alte del primo immobile, grande più del doppio?
  3. Poiché il direttore generale dell’Inpgi Mimma Iorio ha ammesso (in consiglio generale) che la Sgr in alcuni casi non ha fatto pagare le spese notarili, decidendo in piena autonomia in quali casi applicare tale agevolazione, non sarebbe opportuno conoscere tutti i casi in cui è stato applicato questo beneficio e le motivazioni alla loro base?
  4. Sulla base di tale ammissione, non è stata creata una situazione di disparità con gli altri acquirenti che ora potrebbero rivendicare lo stesso trattamento passato e futuro?
  5. Poiché tale trattamento di favore è stato uno sconto di migliaia di euro a un acquirente, l’Inpgi non è stato danneggiato?
  6. Per gli enti di controllo della Sgr, l’autonomia con cui ha agito InvestiRe nel gestire il Fondo G. Amendola è corretta?

* Già componente del Comitato di gestione del Fondo Giovanni Amendola

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