INPGI 2, NELLE MANI DEL MINISTERO DEL LAVORO IL NUOVO STATUTO. E SULLA RIDUZIONE DEI COMPENSI SCATTA LA CENSURA

di Paola Cascella *

Rimasugli di Inpgi 1. Ultimi atti del nostro Istituto di previdenza che non c’è più, anche se l’agenda non è chiusa. Sotto l’occhio vigile del ministero del Lavoro, sono diversi i temi ancora all’ordine del giorno, malgrado l’intera partita sia passata nelle mani dell’INPS.

Se ne è avuta la rappresentazione nel Consiglio generale convocato il 29 settembre per l’approvazione del rendiconto Inpgi riferito agli ultimi sei mesi di gestione economica, ovvero lo stato dell’arte relativo ai passivi e agli attivi del 2022.

Il “mini bilancio” è stato approvato con 38 sì e 15 no (contrario Inpgi Futuro, il gruppo sostenuto da Puntoeacapo). Ma soprattutto si è capito che il voto per eleggere la dirigenza del nuovo Inpgi 2 non sono prossime, e che l’attuale maggioranza che governa l’Istituto resterà in carica (con lauti compensi) ancora a lungo. Prima di tutto per il blocco della riforma dello statuto. Un blocco che ha spinto il ministero ad avocare a se stesso il dossier. Vediamo.

Statuto – “Siamo in stallo”, ha spiegato la presidente Marina Macelloni, ricostruendo l’iter dei contatti estivi tra la maggioranza e la minorana. Come si ricorderà il gruppo della presidente aveva presentato un progetto di riforma che non aveva ottenuto in consiglio generale la maggioranza qualificata dei due terzi dei voti. Questa proposta di mediazione aveva fatto registrare la disponibilità della minoranza, disposta a rinunciare alla propria proposta, salvo che su tre punti considerati non negoziabili. Su uno di questi, l’articolo tre (il rapporto preferenziale del nuovo Inpgi con la FNSI), la maggioranza ha rifiutato modifiche. “Ho comunicato la situazione al ministero con una lettera inviata dieci giorni fa. Ora la palla è a loro”, ha comunicato Macelloni. Una lettera che di fatto significa che la dirigenza dell’Istituto non è in grado di trovare la mediazione e perciò preferisce delegare altri a farlo.

Assegni pensionistici – Alcune decine di colleghi andati in pensione dopo il passaggio in INPS, non hanno ricevuto l’assegno mensile. Nessuna responsabilità da parte dell’Inpgi, affermano i vertici dell’istituto. “Ciò deriva dal fatto che i tempi di erogazione dello Stato sono più lunghi – ha detto Macelloni. – Ma questi giornalisti riceveranno tutti gli arretrati”. Da altre fonti, apprendiamo che l’Inps avrebbe predisposto una circolare operativa che riguarda tutti coloro il cui prepensionamento è stato deliberato prima del 1. luglio. Si tratterebbe di attendere i tempi tecnici per l’applicazione della circolare.

I tre Fondi Inpgi – Valgono 71 milioni di euro e sono dedicati a finalità sociali, all’ assicurazione dei colleghi e agli infortuni. Secondo una delibera del Cda dell’Istituto, il loro utilizzo doveva essere deciso da FNSI e FIEG. Ma il ministero ha respinto la delibera disponendo che entrino nel bilancio INPS. Che dovrà decidere con le parti sociali come spenderli.

Personale – I 94 dipendenti Inpgi che avevano chiesto di passare all’INPS hanno vinto il concorso.

Emolumenti della governance – Malgrado Inpgi 1 sia confluito nell’INPS da tre mesi, i vertici dell’Istituto non hanno ritenuto nel frattempo di tagliare neppure un euro dei loro stipendi. Non lo hanno fatto neanche in seguito alle ripetute sollecitazioni dei consiglieri di opposizione. L’ultima del 29 settembre ha provocato le ire della presidente che alle mie domande da remoto prima ha detto che un ritocco dell’indennità è materia del Cda, poi ha intimato a gran voce che mi fosse chiuso il microfono. Scena surreale. Va ricordato che Macelloni percepisce uno stipendio di 220 mila euro all’anno.

* Consigliera generale per Inpgi Futuro

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